Straordinario Battente da portone, la cui appartenenza è riconducibile ad una residenza Vescovile o Vescovado, dove aveva sede Cosimo de' Pazzi il quale, tra il 1492 ed il 1508, ricoprì la carica di Vescovo presso la città di Oloron (1492-1497) in Francia e quella di Vescovo di Arezzo (1497-1508) nonchè successivamente, Arcivescovo di Firenze e Ambasciatore presso Massimiliano I d'Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero.
Di fatto, la presenza di una grande piastra in bronzo completamente traforata e riportante il nome latino "COSMI PACCII EPISCOPVS", accuratamente incastonata all'interno di una piastra di supporto in ferro forgiato indispensabile al fissaggio dell'intero battente al portone originario, testimonia la sua appartenenza all'illustre prelato dell'antica e nobile famiglia fiorentina "de' Pazzi".
Questo battente, realizzato completamente in ferro battuto e forgiato, è sagomato a "tutto tondo" nell'aspetto riconducibile al "bambino Gesù" la cui postura dalle evidenti forme realistiche è quella di un bambino ancora esitante nei primi passi incerti con la posizione delle braccia in avanti a favorirne l'equilibrio, mentre il volto quasi inespressivo risente ancora i severi dettami dell'arte scultorea tipica del periodo gotico.
La scultura è completa del suo perno a vite basculante utile al fissaggio dall'interno del portone mediante il "galletto" dalla tipica forma riscontrabile in altri battenti realizzati nell'alto periodo rinascimentale toscano.
La scultura fu certamente eseguita da un "Magister Ferrarius" con elevata abilità tecnica e artistica, probabilmente attivo in ambito territoriale toscano o francese, verso la seconda metà del XV secolo, il quale seppe plasmare questa figura in ferro conferendogli pacata plasticità.
La particolarità del soggetto, la tecnica impiegata unitamente al materiale utilizzato per la realizzazione, nonchè la sua completezza per un peso di oltre 2 Kg, rendono questa scultura un' opera unica di grande interesse storico ed artistico, sia per l'importanza dell'alto prelato cui è appartenuta, sia per il periodo entro il quale fu eseguita.
Cosimo de' Pazzi (Firenze, 9 Dicembre 1466 – Firenze, 8 Aprile 1513) è stato un abate, arcivescovo cattolico e diplomatico italiano appartenente alla famiglia fiorentina dei Pazzi. Era figlio di Guglielmo de' Pazzi e di Bianca de' Medici.
Iniziò la carriera ecclesiastica come canonico dell'arcidiocesi Metropolitana di Firenze nel 1475, passando in seguito a ricoprire il ruolo di abate in vari luoghi: a Santa Margherita a Tosina, a San Pietro a Montegonzi (come priore) e a San Fedele a Poppi.
Entrato nella curia vaticana come canonico di San Pietro in Vaticano, fu in seguito vescovo di Oloron dal 10 Dicembre 1492. Nel 1496 fu inviato come ambasciatore presso l'Imperatore Massimiliano I, e nel 1497 divenne vescovo di Arezzo. Fu ambasciatore anche in Spagna, in Francia, presso Cesare Borgia (1501) e a Roma (1503).
Dopo essere stato Governatore di Forlì nel 1506, fu nominato arcivescovo di Firenze dal 1508, dopo Rinaldo Orsini. Fu un diligente uomo di Chiesa, come ci riportano le cronache dell'epoca. A Firenze compì una vista pastorale nelle parrocchie e tenne un sinodo nel 1508.
Fu autore di una traduzione in latino delle Dissertazioni di Massimo di Tiro, il cui testo greco era stato portato in Occidente da Costantinopoli da parte di Giovanni Lascaris. Alla sua morte fu sepolto in Santa Maria del Fiore.
Referenze:
Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Cosimo_de%27_Pazzi
Enciclopedia Treccani: https://www.treccani.it/enciclopedia/cosimo-de-pazzi_(Dizionario-Biografico)/
Metropolitan Museum: Door knocker, possibly French, early 16th century: Object Number: 52.135.
Medieval Manuscript 1350 ca - Roman de la Rose, MS M.132 fol. 118v (https://ica.themorgan.org/manuscript/page/51/77345)