Elmo in Ferro Forgiato con Salamandra o Ramarro, Mantova, Guardie Federico II Gonzaga, circa 1530

Elmo in Ferro Forgiato con Salamandra o Ramarro, Mantova, Guardie Federico II Gonzaga, circa 1530

Elmo o "Caschetto" in Ferro Forgiato, sormontato dalla figura di un Sàuro ad alto rilievo, verosimilmente un Ramarro o una Salamandra, realizzato da un unica lastra di Ferro Forgiato battuto a mano da abile Armoraro (Milano o Brescia) tra il 1500 ed il 1540.
È possibile che questo elmo facesse parte di un insieme di armature difensive, probabilmente fatte realizzare per un ristretto gruppo di guardie personali, al servizio di Federico II Gonzaga. La salamandra o ramarro infatti, oltre ad essere simbolo personale di Federico II Gonzaga, compare ricorrentemente negli affreschi presenti quasi in ogni stanza presso Palazzo Te, sua residenza estiva realizzata da Giulio Romano poco fuori dalle mura di Mantova sull’isola del Tejeto. Il termine più corretto per indicare questi emblemi associati a motti che ricorrono nel Rinascimento è “imprese”. L’impresa della salamandra, insieme al motto Quod huic deest me torquet, ovvero “Quel che a lei manca mi tormenta” allude ad un’antica credenza per cui questo animale avrebbe una temperatura corporea così bassa che il fuoco non può nuocergli. L’impresa è associata a Federico II Gonzaga per contrasto: mentre egli arde ed è tormentato dal fuoco d’amore acceso in lui da Isabella Boschetti, la salamandra è indenne a queste torture.

Sempre presso Palazzo Te, le salamandre o ramarri sbucano dai soffitti oppure scendono dai camini e le si trovano affrescate sulle pareti oppure sul pavimento. Le stesso, non sono sempre è accompagnate dal cartiglio che riporta il motto in latino “Quod huic deest me torquet”.

Questo simbolo è associato anche ad un precedente teorico presente negli scritti di Leonardo da Vinci: Il ramarro, fedele all’omo, vedendo quello addormentato, combatte con la biscia, e se vede non la poter vincere corre sopra il volto dell’uomo e lo desta acciò che essa biscia non offenda lo addormentato omo.Quindi il Ramarro è amico dell’uomo e ha la funzione di difenderlo dal serpente del male o di risvegliarlo nel caso la biscia si avvicini. La definizione di Leonardo consente di comprendere meglio il significato del ramarro-lucertola sia nel Ritratto di gentiluomo di Lorenzo Lotto, che nel Ragazzo morso dal ramarro di Caravaggio.

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