Florentine Powder Flask, circa 1550

Florentine Powder Flask, circa 1550

Powder Flask o Fiasca per polvere da sparo, in legno, ferro e cuoio sbalzato, indurito e tagliato (detto cuoio bollito) di forma trapezoidale a fronte bombato. Realizzata nel 1550 circa a Firenze città la quale, fu per diversi secoli a partire dal medioevo, la più rinomata e importante città all'apice delle produzioni in cui veniva utilizzato appunto il cuoio in tutte le sue lavorazioni. Ancora oggi gli standard qualitativi di pregio che contraddistinguono il cuoio ed il pellame italiano rimangono come i più rinomati al mondo.
La Fiasca ha un corpo in legno sul quale è conformato il cuoio bollito artisticamente lavorato, poi indurito e tagliato, di seguito una struttura in ferro a cingere i profili della stessa è applicata per bloccare insieme tutte le parti. Il beccuccio dosatore è provvisto di una leva a molla per la chiusura e apertura del passaggio della polvere da sparo.
Questi tipi di Fiasche, per l'evidente lavorazione artistica ornamentale del cuoio erano destinate alle più importanti famiglie nobili fiorentine quali, Strozzi, Medici, Pitti etc.
Condizioni ottime in patina intoccata, completamente originale.
Dimensioni 22 cm di altezza, 11,5 cm di larghezza alla base.

Note storiche:
La storia del cuoio fiorentino affonda le sue radici in tempi molto antichi. Generalmente la sua origine si fa risalire all’epoca degli Etruschi, anche se l’impulso maggiore si è avuto nel Medioevo.
È proprio verso la fine del ‘200 che nacque infatti l’Arte dei Cuoiai e dei Galigai, una corporazione che raggruppava tutti i mestieri coinvolti nella lavorazione delle pelli: cuoiai, “pelacani” (conciatori), “pezzai” (rivenditori) e “orpellai” (doratori). L’associazione imponeva delle regole estremamente severe con punizioni molto gravi per chi non si atteneva allo statuto. Solo così era possibile garantire il raggiungimento degli standard qualitativi di pregio che ancora oggi contraddistinguono la pelle italiana come la più rinomata al mondo.
Il fiume Arno è stato cruciale per lo sviluppo dell’industria conciaria e per la realizzazione del cuoio fiorentino: la sua presenza ha infatti facilitato il trasporto delle merci ed è proprio nelle sue acque, a monte e a valle di Ponte Vecchio, che le pelli venivano lasciate in ammollo per la concia.
Ma l’attività conciaria vera e propria si riversava in una zona specifica della città, ossia nelle stradine che collegavano Piazza Santa Croce a Piazza della Signoria. Ogni vicolo della zona portava il nome di uno dei mestieri della lavorazione del cuoio. Alcuni nomi, come Via dei Bucciai e Via dei Pelacani, sono sfortunatamente stati sostituiti nel corso del tempo, altri invece, come Via dei Conciatori e Via della Concia, resistono tuttora a testimonianza della laboriosa attività produttiva dell’epoca.

Referenze:
The Walters Art Museum - Second Floor: Arms and Armor - Accession Number 51.592
Philadelphis Museum of Art - Accession Number 1977-167-893
Philadelphis Museum of Art - Accession Number 1977-167-894
Philadelphis Museum of Art - Accession Number 1977-167-890
Victoria and Albert Museum - Accession Number 611-1893
Victoria and Albert Museum - Accession Number 2235-1855
Metropolitan Art Museum - Accession Number 14.25.1441
The Cleveland Museum of Art, Cleveland, OH - Accession Number 1918.65

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