Piccola Balestra o Balestrino, nota anche con il nome di "Assassin's Crossbow" ovvero balestra dell'assassino, realizzata in ferro forgiato, da un Magister Armorum, operante in ambito territoriale della Repubblica di Venezia, nel periodo rinascimentale 1570-1620.
Le note distintive che rendono singolare questo Balestrino, sono costituite essenzialmente dalle inconsuete dimensioni della sua struttura e gli elementi utilizzati per realizzarlo, tutti completamente ricavati dal ferro forgiato battuto a mano. Questi elementi, perchè fossero loro eliminate le possibili imperfezioni e ruvidezze del metallo causate dalla forgiatura, furono accuratamente levigati e forbiti, operazioni le quali conferirono alla sua finale conformazione una eccellente fluidità al tatto, una straordinaria maneggevolezza e resistenza all'uso.
Il Tenière bipartito (o corpo portante), dai profili lievemente sagomati nella tipica foggia di periodo rinascimentale, costituisce l'elemento primario sul quale sono vincolati l'Arco di trazione a singola barra flettente, ed il supporto del Dardo. Su quest'ultimo, a sua volta sono assemblati il Congegno di scatto composto dalla Noce, ovvero il componente che aggancia e trattiene tesa la corda Tensore, ed un Grilletto sovrastante di forma ricurva che ne aziona il suo rilascio.
La corda Tensore, collegata alle due estremità dell'Arco flettente viene agganciata alla Noce, e tesa per il carico di tiro mediante la rotazione dell'impugnatura munita di una robusta vite; quindi raggiunta la sua massima capacità di trazione, e disposto il Dardo nello specifico supporto (o Cursore scanalato), il Balestrino era pronto al tiro, liberando in maniera folgorante e silenziosa tutta la potenza dall'arco accumulata durante il caricamento.
Nonostante le ridotte dimensioni, questo Balestrino possedeva le caratteristiche di un'arma molto pericolosa se utilizzata con dardi acuminati, ma altresi rivelarsi fatalmente letale entro la distanza di 15 metri, se i dardi fossero stati avvelenati.
Infatti, questo Balestrino è anche definito "Assassin's Crossbow" o "Balestra dell'Assassino" in quanto, oltre ad essere potenzialmente letale, si poteva occultare facilmente all'interno degli abiti, e quindi era un arma privilegiata tra quelle utilizzate da malviventi senza scrupoli, o sicari assoldati per commettere reati delittuosi.
È stato appurato storicamente, come viene riportato dal noto scrittore Y. Shokarev nel suo libro "Bows and crossbows, The history of weapons", che queste Balestrine, le quali apparvero in Italia per la prima volta intorno al 1530, per le loro ridotte dimensioni, il facile occultamento e la silenziosità unita alla potenza di tiro, la resero l'arma insidiosa perfetta: a fronte di ciò infatti, già a partire dal 1542, il Senato di Venezia ne proibì il porto emanando uno specifico e austero editto.
Anche lo scrittore inglese Howard Blackmore, illustre autore di libri e pubblicazioni sulle armi, conferma quanto fosse giusto considerare queste Balestrine come l'arma perfetta dell'assassino, in quanto gli permetteva di evitare a differenza dell'uso di armi da taglio o armi da fuoco, le possibili collutazioni dirette o essere identificato subito dopo aver commesso il crimine.
Perfino nei secoli successivi dalla sua creazione, le autorità di tutta Europa, non revocarono mai i divieti imposti su di esso. È infatti noto che il Balestrino, conservato presso la Sala d'Armi del Palazzo Ducale di Venezia, trovato nel 1664 in possesso di un certo Giovanni Maria Zerbinelli, gli costò l'impiccagione in conseguenza della violazione dei divieti emanati ben 122 anni prima.
Questo Balestrino, messo a confronto con l'esemplare conservato ed esposto nella Sala d'Armi del Palazzo Ducale di Venezia, si è rivelato praticamente identico nelle dimensioni e nei vari congegni, solo alcune parti della sua conformazione sono state pregevolmente elaborate rendendolo più sinuoso e raffinato. Pertanto, alla luce di quanto sopra possiamo affermare con ragionevole certezza che, questo "piccolo" capolavoro di ingegneria meccanica delle armi presente nella nostra collezione, fu realizzato dallo stesso Magister Armorum operante in ambito territoriale della Repubblica di Venezia in epoca rinascimentale, tra il 1570 ed il 1620.
Il balestrino emerse in un periodo di crescente interesse per le armi e la difesa, in particolare in Italia e Spagna. L'associazione dell'arma con i tentativi di assassinio riflette le ansie e le lotte di potere dell'epoca.
Referenze:
Royal Armouries - Object number: XI.286 - https://royalarmouries.org/collection/object/object-36420
Palazzo Ducale Venezia - Sala delle Armi
Armeria Reale di Torino
Letteratura:
"Bows and crossbows. The history of weapons." by Y. Shokarev
D. Elmy and N. Allen "An Assassins Crossbow", Journal of the Society Archer.Antiquaries, 1972, Vol. 15, pp. 37-9
D. Elmy and W.E. Flewett "An Assassins Crossbow", Journal of the Society Archer.Antiquaries, 1974, Vol. 17, pp. 27-34
"European Crossbows: A Survey by Josepf Alm" (Royal Armouries):
An Assassin's Crossbow - Journel of the Society of Archer-Antiquaries 15
The Assassin's Crossbow - Journel of the Society of Archer-Antiquaries 17
The Pistol Crossbow - Journel of the Society of Archer-Antiquaries 20
The Assassin's Crossbow - Journel of the Society of Archer-Antiquaries 39