Doppelfernrohr 15x60 prodotto dalla Zeiss Karoly nello stabilimento di Györ, rinvenuto e recuperato dal soldato Angelo Ferrazza, Ardito del XXVII Btg. d'Assalto nel Giugno del 1918, in località Bavaria (Montello) Qt. 110 mt., nell'Osservatorio avanzato del Maggiore Generale (Generale di divisione) Enrico Bolzano Von Kronstadt comandante in capo della 13^ Schutzen Division (25^ Brigata) e di tutti i reggimenti d'assalto, quali 1, 14, 24, e 25, presenti sul Montello nella seconda battaglia del Piave o meglio conosciuta come battaglia del solstizio, la quale fu l'ultima e disperata offensiva sferrata dagli Austro-Ungarici nel corso della prima guerra mondiale.
Il binocolo è rimasto conservato per molti anni nei depositi del 128° Reggimento Fanteria Firenze il quale provvide, perchè non se ne perdesse memoria, ad applicare su di esso un cartiglio ufficiale sul quale fu riportata, oltre la classificazione interna atta all'archiviazione ed al deposito, anche la provenienza per i fatti cui fu acquisito come cimelio storico.
Questo binocolo, a me personalmente donato nel 2008 da un Ufficiale dell'Esercito, proviene dai depositi dismessi del 78° Fanteria Lupi di Toscana di Firenze. Non si conosce la motivazione per la quale questo binocolo si trovasse nel deposito del 78° Lupi di Toscana.
Quello che si può asserire con certezza, è il motivo per il quale questo binocolo, seppur recuperato da un Ardito del XXVII Btg. d'Assalto, sia stato preso in consegna e catalogato dal 128° Fanteria Firenze. Infatti, a differenza del 128° Rgt. Fanteria Firenze (cobelligerante anch'esso in quella battaglia), il XXVII Btg. d'Assalto fu chiamato a continuare l'avanzata tesa alla bonifica di quei territori in parte ancora occupati dagli Austro-Ungarici in ritirata. Certamente di questo passaggio di consegna ne fu fatta relazione scritta in quanto nonostante il cartellino di archiviazione presente sul binocolo sia stato apposto nel 1919 (come si può ancora ben leggere dalla stampa poligrafica), sono presenti dati specifici e dettagliati di come e dove avvenne il rinvenimento ed il recupero di questo binocolo.
Grazie all'aiuto di chi ha voluto mettermi e permettermi di accedere a documenti originali d'epoca inerenti quegli avvenimenti, sono riuscito a ricostruire, nella loro totalità i fatti avvenuti in quel giorno, che portarono alla "cattura" ed alla morte del Generale Enrico Bolzano von Kronstadt.
Il 17 Giugno 1918, alcuni Arditi del XXVII Battaglione d’Assalto, continuarono a mantenere la loro presenza nella zona tra il Costone della Madonnetta - Sorgente del Forame, a Nord-Ovest della Chiesa di Giavera e la Busa delle Rane, a Nord-Est della Chiesa di Bavaria, in un tratto di linea esteso per 1 Km circa.
Il loro compito era quello di “bonificare” la zona dalle infiltrazioni di avanguardie di truppe d’assalto Austro-Ungariche.
Il loro modo di operare era caratterizzato dall’agire in piccoli nuclei servendosi prevalentemente di bombe a mano e pugnali in violenti corpo a corpo con i nemici visto che anche gli austro-ungarici non potevano disporre di sufficienti scorte di munizioni, data la difficoltà di far pervenire rifornimenti da oltre Piave.
Il giorno 17 Giugno lo slancio degli Arditi, nell’uscire ad affrontare il nemico nella zona a Nord della Chiesa di Bavaria, permise la cattura del Maggiore Generale Enrico Bolzano von Kronstadt, compiuta dopo averlo ferito, malgrado la presenza della scorta, che era tenuta impegnata da un'altra nostra pattuglia.
La relazione ufficiale fu brevemente redatta secondo i rapporti avuti subito dai testimoni ed in particolare dal Tenente Marco Bergna di Como, Comandante la 1^ Compagnia, il quale dichiarò di avere personalmente colpito il Generale con un colpo di moschetto, accettando peraltro che anche altri soldati, contemporaneamente lo avessero colpito.
Il Maggiore Freguglia, Comandante del XXVII Battaglione d’Assalto, affermò altresì che il Generale fu catturato dalla coppia di Arditi Angelo Ferrazza di Roma ed Enrico Bonanno di Napoli.
A tutt'oggi, quanto affermato dal maggiore Freguglia, trova riscontro nella breve relazione, che portò il 128° Reggimento Fanteria Firenze, a scrivere che questo binocolo fu rinvenuto dall'Ardito Angelo Ferrazza.
Il grado e la carica del Generale Von Kronstadt risultarono in seguito più elevate di quelle desunte dalla semplice lettura del piastrino di riconoscimento sulla persona del Generale, raccolto ormai morente.
Il Generale dichiarò il proprio grado, dopo essere stato medicato dai portaferiti, mentre veniva trasportato al posto di medicazione del Battaglione, spirando però prima di raggiungerlo.
Il binocolo si trova nelle condizioni di conservazione di come fu rinvenuto nella postazione, in quanto la stessa, con molta probabilità, fu soggetta a bombardamenti, infatti il binocolo riporta alcuni traumi derivati da esplosioni avvenute a breve distanza.
Eccezionale reperto storico relativo la Prima Guerra Mondiale.
Inoltre questo binocolo è riportato anche ai seguenti link dedicati al Generale Enrico Bolzano Von Kronstadt:
La Carl Zeiss prende il nome dal suo fondatore, Carl Zeiss, che il 17 Novembre 1846 scelse come sede della sua fabbrica di apparecchi ottici di precisione la piccola città di Jena, nella Turingia. Grazie al severo controllo di qualità che Carl Zeiss impose ai suoi prodotti, arrivando personalmente a distruggere i microscopi che non passavano i test, la neonata Zeiss divenne fornitrice ufficiale dell'Università di Jena e ricevette nel 1861 la medaglia d'oro dell'esposizione industriale della Turingia come migliore strumento per la ricerca prodotto in Germania, assegnato al microscopio Stand I del 1857.
Nel 1866 venne prodotto il millesimo microscopio e il nome Zeiss divenne conosciuto in tutti i circoli scientifici europei. Grazie agli studi sul prisma di Porro, nel 1893 Abbe brevettò un binocolo a doppio prisma, che accentuava la percezione della profondità. La produzione in massa di binocoli Zeiss iniziò nel 1894, già agli inizi del Novecento ne furono realizzati più di 30.000, agli inizi della prima guerra mondiale la quota era salita a 500.000 e, alla fine della seconda guerra mondiale, furono prodotti ben 2.260.000 binocoli per il mercato civile e militare.
Erano realizzati modelli a partire dal 4x11 mm al 12x40 mm, fino ad arrivare a veri giganti come l'80 mm e il 100 mm. Grazie agli studi condotti sulla percezione della luce in situazioni di scarsa luminosità, venne dimostrato che la dilatazione media della pupilla in un adulto è di circa 7 mm. Per questo motivo fu introdotto nel 1910 il modello 7x50 mm, rimasto sul mercato fino al 1917 con poche modifiche sui materiali utilizzati.
Nel 1926 in seguito alla crisi post bellica della prima guerra mondiale con il trattato di Versailles che mandò in fallimento molte e importanti aziende tedesche la Zeiss acquistò la "C.P. GOERZ" e fondò nel 1926 la Zeiss Ikon. Nel 1937 la Zeiss aveva contatti commerciali e stabilimenti sparsi in più di 29 nazioni nel mondo. Dal '33 la Zeiss acquistò interesse da parte del regime nazista, che bilanciò la produzione verso gli strumenti militari.
Produsse con successo binocoli con ottiche grandangolari per uso militare, sistemi ottici resistenti alla pressione per gli U-Boot, binocoli a periscopio per il puntamento dei carri armati. Inoltre macchine fotografiche Zeiss furono montate sulle V2 per operazioni di telerilevamento delle coste inglesi.
Il 1º Novembre 1935 la Zeiss, nella figura di Alexander Smakula, brevettò un procedimento per il trattamento dei vetri ottici dallo straordinario risultato in termini di trasmissione della luce. Rimasto segreto militare fino al 1939 fu adottato sui binocoli per ridurre le immagini fantasma e le riflessioni interne. Durante la seconda guerra mondiale, numerosi furono i bombardamenti contro le fabbriche Zeiss. Jena venne bombardata diverse volte dagli alleati a partire dal 1944. Stoccarda venne rasa al suolo, anche se la fabbrica della Contessa-Nettel subì pochi danni. Il bombardamento di Dresda, oltre a devastare la città, provocò danni notevoli anche alla sede della Zeiss Ikon.
Il 13 Aprile 1945 le forze militari americane entrarono a Jena, sorprendendosi di come i bombardamenti non avessero provocato danni importanti. Il planetario principale era in rovina, mentre le fabbriche rimasero operative.