Iposcopio a Forbice da Ufficiale, San Giorgio Genova - Sestri, STEREOS 10x24, circa 1915

Iposcopio a Forbice da Ufficiale, San Giorgio Genova - Sestri, STEREOS 10x24, circa 1915

Iposcopio a forbice da Ufficiale, Mod. Stereos 10x24, prodotto dalla SAN GIORGIO Genova - Sestri, nel 1915 circa, sn. 151033. Si ipotizza che questo iposcopio fu prodotto dalla San Giorgio su Licenza Carl Zeiss, in quanto risulta essere praticamente identico al modello "Teleplast 10x", prodotto dall'azienda tedesca a partire dal 1915 circa.
Le sue ridotte dimensioni (26 cm di altezza) ed il suo peso (890 grammi) nonchè l'estrema accuratezza nei dettagli, resero questo iposcopio molto apprezzato tra gli alti ufficiali di linea, anche perchè poteva essere portato al collo come un binocolo. Questo Iposcopio è in perfette condizioni di conservazione, praticamente pari al nuovo. La messa a fuoco è morbida, precisa e la visione è nitida e perfettamente collimata.

Storia della San Giorgio:

La Ditta San Giorgio – Genova nasce nel 1905 a Genova Sestri Ponente la San Giorgio, Società anonima per la costruzione di automobili terrestri e marittimi. L’industria automobilistica è ai suoi esordi in Italia e attira l’interesse di diversi imprenditori. Partecipa alla costituzione della nuova azienda genovese Attilio Odero, proprietario di un importante cantiere navale e azionista di maggioranza della Terni, mentre Arturo Bocciardo ne è dal 1907 Amministratore delegato.
Proprio in quell’anno, in coincidenza con una crisi (di crescita) del comparto dell’auto, la San Giorgio abbandona tale produzione per puntare sulla riparazione e costruzione di carri ferroviari (nell’officina di Pistoia) e sulle lavorazioni di meccanica varia a Genova, dove dal 1911-1912 si avvia la produzione di apparecchiature elettriche per le navi. Importanti sono le commesse della Marina militare, che garantiscono lavoro alle officine.
La Prima guerra mondiale è occasione di una forte crescita dell’impresa, che si specializza nella produzione di telemetri, strumenti di mira per artiglieria. Approfittando della scomparsa dal mercato italiano degli agguerriti concorrenti tedeschi, la San Giorgio matura conoscenze tecnologiche notevoli; le sue maestranze si distinguono per la elevata professionalità.
Dopo il conflitto è necessario effettuare la riconversione dalle lavorazioni belliche alla produzione civile: la San Giorgio la effettua con successo rilevando poi, nel 1923, le Officine elettromeccaniche di Rivarolo (Genova) dal gruppo Piaggio, che diviene azionista della San Giorgio.
Negli anni Venti la produzione è qualificata e diversificata: escono dagli stabilimenti sociali macchinari per centrali elettriche, strumenti ottici e per le misurazioni. Ciò rappresenta un punto di forza ma anche di debolezza per l’impresa, che non è in grado di raggiungere le opportune economie di scala. Gli effetti della crisi del 1929 toccano anche la San Giorgio: pur non finendo sotto il diretto controllo pubblico, dal 1934 l’impresa ha l’Iri tra i suoi azionisti, accanto a imprenditori privati genovesi. Nella seconda metà degli anni Trenta riprendono le produzioni militari e con esse la crescita dell’azienda: nel 1937 i dipendenti sono 5.100, nel 1942 il loro numero sale a 12.000.
La guerra ha esiti catastrofici; nel Giugno 1944, 700 lavoratori genovesi sono deportati dai tedeschi in Germania.

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