Carcano 91/41 Sperimentale (Versione Sniper), 1942

Carcano 91/41 Sperimentale (Versione Sniper), 1942

Il Carcano 91/41 Sperimentale è uno dei rarissimi esemplari oggi conosciuti, testimonianza concreta del tentativo, da parte degli alti comandi del Regio Esercito Italiano, di dotare alcuni tiratori scelti di un’arma tra le più letali, insidiose e psicologicamente devastanti del campo di battaglia: il fucile da cecchino.

I primi progetti mirati a fornire reparti selezionati con fucili di precisione vennero avviati solo a guerra inoltrata. Questo fu probabilmente uno dei motivi per cui i pochissimi Carcano 91/41 equipaggiati con ottica rimasero a livello puramente sperimentale.

Il prototipo qui descritto fu sviluppato presso l’ "Officina Sperimentale", struttura dipendente dall’ "Istituto Superiore Tecnico d’Artiglieria" del Regio Esercito, unico ente autorizzato all’esecuzione ufficiale di prove e sperimentazioni destinate, eventualmente, a una futura produzione in serie. A partire dal 1940, lo stesso Istituto sovrintese anche la Fabbrica d'Armi di Terni: da qui si spiega perché gli unici due esemplari noti di Carcano 91/41 Sperimentale con ottica La Filotecnica risultino prodotti proprio a Terni.


Oltreciò, l’ente superiore che regolava norme e regolamenti su armi e munizionamento, fu il Servizio Tecnico Armi e Munizionamento, meglio conosciuto come Servizio Tecnico d'Artiglieria, e la sua struttura era così composta:

  • una direzione superiore del Servizio Tecnico delle Armi e delle Munizioni;
  • un Istituto Superiore Tecnico dell'Artiglieria, con officina sperimentale e sezioni chimiche e tecnologiche;
  • un Ufficio Tavole di Tiro;
  • centri esperienze, il numero e la specie dei quali erano stabiliti con decreto reale, su proposta del Ministro per la Guerra, di concerto con il Ministro per le Finanze, in relazione alle esigenze del servizio.

La base del progetto era il modello 91/41, sul quale vennero introdotte modifiche significative:

  • un otturatore a leva ritorta, necessario per consentire il caricamento in presenza dell’ottica;
  • due scanalature lungo il paramano, utili a migliorare la presa e la stabilità del tiratore;
  • due attacchi specifici per il montaggio di un cannocchiale di precisione.

L’ottica adottata fu ancora una volta la leggendaria "Filotecnica Milano": all'ottica prodotta nel 1917, fu modificato il reticolo, trasformandolo dal sistema ad “Ago Unico” a una configurazione a “T”, il quale offriva un migliore centraggio del bersaglio. Anche il registro del reticolo venne riprogettato: la ghiera di regolazione, originariamente tarata su 100, 200 e 300 metri, fu sostituita da una scala più accurata e precisa, con distanze considerate di “30”, “60”, “90”, “120”, “150”, “180” e “200” metri.

Sulla pala del calcio venne applicata, dall’Officina Sperimentale, una targa metallica recante dati e protocolli riferibili, con ogni probabilità, al registro tecnico delle prove effettuate sull’arma.

Un esemplare così, seppur prodotto in pochissimi esemplari tutti a livello sperimentale, costringe a riconsiderare radicalmente la visione tradizionale secondo cui i comandi italiani durante la Seconda Guerra Mondiale non avessero dedicato attenzione allo sviluppo di reparti specializzati nel tiro di precisione. Al contrario, questo Carcano 91/41 Sperimentale dimostra l’esistenza di un tentativo concreto di dotare l’Esercito di veri e propri cecchini, destinati a controllare punti di passaggio e direttrici obbligate del nemico.

Un pezzo di altissimo valore storico e collezionistico.

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