Carcano 91/41 Sperimentale, uno dei rarissimi esemplari ad oggi esistenti che testimoniano il tentativo da parte degli alti comandi del Regio Esercito Italiano di armare alcuni reparti con una delle armi più letali, insidiose e psicologicamente devastanti che li vide maggiormente protagonisti durante la seconda guerra mondiale: i cecchini.
I primi tentativi di armare alcuni reparti dell'esercito, mettendo loro a disposizione tiratori scelti dotati di fucili sniper, prese campo già a guerra inoltrata e questo fu probabilmente uno dei motivi per i quali, i pochissimi esemplari di Carcano 91/41 con ottica, rimasero a livello sperimentale.
Questo prototipo fu sviluppato all'interno dell' "Officina Sperimentale" alle dipendenze dell'Istituto Superiore Tecnico d'Artiglieria del Regio Esercito il quale fu il solo Ente a poter disporre ed effettuare ufficialmente, esperienze e sperimentazioni le quali sarebbero dovute sfociare successivamente in una vera e propria produzione in serie.
L'Istituto Superiore Tecnico d'Artiglieria fra l'altro, a partire dal 1940, Sovrintese la Fabbrica d'Armi di Terni: Ecco la risposta al perchè gli unici due esemplari conosciuti di Carcano 91/41 Sperimentali dotati di ottica La Filotecnica, risultano essere prodotti a Terni.
L'ente superiore che regolava norme e regolamenti su armi e munizioni, fu il Il Servizio Tecnico Armi e Munizionamento o meglio conosciuto come Servizio Tecnico d'Artiglieria e la sua struttura era così composta:
Il Carcano in questione è il modello 91/41 al quale furono apportate alcune significative modifiche come, l'otturatore a leva ritorta per permettere il caricamento e le due scanalature lungo il paramano, per consentire al tiratore una migliore presa e maggiore stabilità durante il tiro.
Altresi, la modifica fondamentale fu l'apporto di due specifici attacchi, utili a dotare il fucile di un cannocchiale di precisione. L'ottica in questione fu ancora una volta "La Filotecnica Milano", ovvero fu utilizzato il cannocchiale prodotto nel 1917 alla quale fu apportata la trasformazione totale del reticolo che passò da "Ago Unico" a "T", consentendo di aumentare la precisione di centraggio del bersaglio. Fu modificato il registro del reticolo e conseguentemente la ghiera zigrinata passò dall'essere suddivisa in 100, 200 e 300 metri, a "30", "60", "90", "120", "150", "180", e 200 metri.
Sulla pala del calcio fu posta, da parte dell'Officina Sperimentale una targa riportante dati e protocolli relativi probabilmente un registro tecnico esperimenti d'armi.
Questo rarissimo esemplare, rivaluta e riposiziona drasticamente l'opinione che si aveva sui nostri Comandi durante la Seconda Guerra Mondiale la quale, sosteneva che non vi fosse interesse ad approntare una guerra impostata con reparti specializzati nei tiri di alta precisione, ovvero i "cecchini", i quali appostati battevano i passaggi obbligati del nemico.
Esemplare di altissimo interesse storico-collezionistico.