Cofanetto a sarcofago in ferro, completamente decorato in bassorilievo utilizzando la straordinaria tecnica per "asportazione del metallo con scalpello e bulino", appartenuto a Josef Radetzky von Radetz, feldmaresciallo austriaco, nobile Boemo, governatore del Regno Lombardo-Veneto e comandante dell'esercito austriaco durante la prima guerra d'indipendenza.
Il cofanetto a "sarcofago", di tipica foggia e stile Biedermeier austriaco, è riccamente ornato su tutte le sue superfici, tra le quali si evidenzia sul coperchio uno scudo coronato, all'interno del quale un "badile"posto trasversalmente, permette di associarlo all'emblema armoriale della famiglia "Graf Von Radetz". Altresì, a consolidare tale affermazione, sul piano frontale, al culmine delle 2 cerniere utili a serrare il coperchio, risaltano scolpite, 2 iniziali: "J" e "R" le quali ricadono perfettamente al centro del petto di ognuna delle 2 aquile bicefale poste a destra e sinistra del suddetto piano frontale del cofanetto. Queste 2 lettere, unitamente allo scudo coronato con "badile", araldo della famiglia Graf von Radetz, avvalorano e consolidano senza alcun dubbio l'appartenenza di questo cofanetto a "Josef Radetzky" von Radetz, in un periodo compreso tra il 1815 ed il 1848 circa.
Oltre ciò, così come sulla facciata, anche ai lati sono presenti 2 aquile bicefale le quali anch'esse si attengono allo stile di quella Asburgica ma prive dei dettami imperiali fondamentali quali corona e armi (scettro e una spada nella zampa sinistra e globo simbolo del potere imperiale e militare detenuti dagli Asburgo nella zampa destra).
Ciò è facilmente comprensibile il fatto che Radetzy non poteva fregiarsi, nei suoi effetti privati e personali, dell'aquila Imperiale Asburgica in quanto, oltre a non appartenere al lignaggio della famiglia imperiale, apparteneva ad una nobiltà Boema, nonostante quella regione fosse sotto i domini territoriali asburgici. Per questa inconfutabile ragione pertanto, il mastro esecutore del cofanetto, preferì realizzare negli ornati dei richiami precisi che riconducessero a tali iconografie, senza però riportarne le specifiche esatte.
Il risultato ottenuto, fa comprendere perfettamente che questo cofanetto fu eseguito da maestranze austriache per essere destinato, in quanto probabile committente diretto, ad un importante personaggio vicino alla famiglia imperiale. Altresì anche la corona imperiale, solitamente sovrastante l'aquila bicefala, fu stilizzata con un impressionante decoro la quale contiene tutti i presupposti dei suoi caratteri generali, tipico dello stile Biedermeier.
Ai lati dello stesso sono presenti 2 piccole maniglie le quali, per forma e dettagli eseguiti al traforo in un unico pezzo ognuna, le rendono un piccolo capolavoro decorativo. Quattro piedini lavorati nella forma di piccole ghiande, hanno la finalità di sostenere una struttura compatta dal peso di ben 2,6 Kg.
Una particolarità molto interessante di questo cofanetto, è il sistema di chiusura: oltre ad una tipica serratura, la quale veniva azionata mediante una chiave, per poterlo aprire era necessario svitare una delle 2 piccole ghiande poste all'estremità di una barra la quale attraversa 2 occhielli ribattuti sul fronte del cofanetto. Per rendere il sistema più complesso e particolare, solo una delle 2 piccole ghiande si svita e ciò deve avvenire necessariamente in senso orario anzichè in senso antiorario come comunemente avviene per il normale allentamento di una qualsiasi vite.
Capolavoro di intaglio dell'arte fabbrile austriaca realizzato nello stile Biedermeier, appartenuto ad uno dei più iconici personaggi austriaci nel periodo risorgimentale italiano.