Cofanetto scrigno portagioie di forma detta a “sarcofago”, realizzato in ferro forgiato battuto a mano e pietre dure, appartenuto alla Famiglia Strozzi di Firenze, databile tra il 1600 ed il 1620.
La sua base, di forma rettangolare ad angoli scantonati, è sostenuta da quattro semisfere al cui interno sono ribattuti piccoli coni metallici rovesciati a formare i piedini d'appoggio.
Al centro di ognuna delle quattro facciate che compongono parte dello scrigno sono presenti, incastonate all'interno di finissime cornici intagliate, delle antiche piastrelle in pietre dure pregiate. Altresì intorno ad esse, realizzate come in un ricamo certosino, delle minuscole cornici composte da tralci, fiori e foglie forgiate, sono sapientemente intagliate, sbalzate ed intrecciate fra loro e fissate infine mediante chiodatura a caldo.
Il coperchio a piramide tronca, è fissato alla base tramite cerniera ed è composto da cinque facciate, quattro delle quali aventi un ampio sguscio rastremato verso la cima di forma piatta rettangolare sormontata da un magnifico fiore realizzato in micro scultura. Su due di queste facciate (le più grandi) sono stati magistralmente realizzati e applicati, rispettivamente lo stemma gentilizio della famiglia Strozzi, composto da tre mezze lune, ed il blasone della città di Firenze: il Giglio. I due blasoni, così come i rametti con fiori e foglie posti a formare il pregevole contorno, sono forgiati, scolpiti, intagliati e sbalzati a mano.
I blasoni presenti sul cofanetto lo pongono come oggetto appartenuto a qualche membro della famiglia Strozzi di Firenze il quale lo fece realizzare da uno dei più abili ed illustri maestri dell'arte fabbrile fiorentina, in un epoca compresa tra il 1600 ed il 1620.
Le sue dimensioni sono:
Larghezza: 21cm
Profondità: 15 cm
Altezza: 20 cm
Peso: 2188 gr. circa
Straordinario cofanetto di eccezionale valore storico e finissima lavorazione del periodo Barocco Fiorentino.
La Famiglia Strozzi:
Quella degli Strozzi è una delle più importanti e antiche famiglie di Firenze. Grazie all'attività finanziaria divenne molto ricca, per alcuni periodi documentati la più ricca della città, e con l'apertura di numerose filiali bancarie in tutta Europa i suoi discendenti si sparsero un pò dappertutto, acquisendo fama e fortuna in Italia e all'estero. A differenza di altre famiglie, gli Strozzi non ebbero molti uomini di chiesa, con solo un cardinale, Lorenzo Strozzi, ma si distinsero invece per i banchieri, gli uomini politici e i numerosissimi condottieri militari di valore. Fino ad oggi si possono contare una dozzina di rami patrizi diversi, vissuti in varie città italiane.
Nel XIII secolo la famiglia ebbe Firenze come centro di prima origine, con un capostipite storicamente accertato ma dalla biografia quasi leggendaria di nome Strozza Strozzi, che ebbe cinque figli principali, ciascuno dei quali decise, di prendere una sua strada diversa operando per proprio conto, dando origine a una vera e propria diaspora.
Il primo esponente della famiglia di rilievo politico è Ubertino Strozzi, figlio di Rosso. Egli fu tra i protagonisti della riforma dell'amministrazione repubblicana dopo la cacciata dei ghibellini da Firenze, stabilendo, tra l'altro, che chiunque volesse esercitare un'attività dovesse essere iscritto ad una delle corporazioni delle Arti, estromettendo quindi la nobiltà feudale dall'esercizio delle professioni e favorendo la corsa al potere del ceto dei mercanti, che proprio in quegli anni tessevano le loro trame per quegli straordinari casi di ascesa sociale che si sarebbero manifestati a partire dal secolo seguente. La famiglia risiedeva nella Torre degli Strozzi e negli edifici adiacenti, che ancora oggi si trovano in Via Monalda.
Fu soprattutto l'attività bancaria di altissima importanza che permise alla famiglia di costruire una solida base economica dalla quale poi derivarono gli incarichi e gli onori, i titoli nobiliari e il mecenatismo. Il Banco Strozzi, tra i principale della città già dal primo Quattrocento, prestava denaro a papi e re ed aveva filiali in tutta Europa: Francia, Spagna, Fiandre, oltre a un banco nelle principali corti italiane: Roma, Napoli, Ferrara, Venezia, eccetera. Almeno fino al Quattrocento gli Strozzi erano di gran lunga la famiglia più ricca di Firenze. A suffragio della stima delle ricchezze esiste il registro di una tassazione chiamata prestanza, un prestito forzoso richiesto a tutte le famiglie della città nel 1343: se i Medici vennero tassati per esempio di 304 fiorini, gli Strozzi ne dovettero sborsare ben 2.063.
In ogni città gli Strozzi facevano costruire lussuose residenze che avevano scopi anche di rappresentanza verso la loro illustre clientela, ed erano ben allenati in quella palestra di banchieri che era la spietata concorrenza di Firenze. In tutto gli Strozzi diedero alla città di Firenze 93 priori e sedici Gonfalonieri di Giustizia.
Palla Strozzi fu un fine letterato, filologo e filosofo, collezionista di libri rari e conoscitore del greco e del latino. Già avanti negli anni si trovò infine allo scontro frontale contro Cosimo de' Medici, l'uomo che si era preso tutto il potere cittadino e davanti al quale solo due strade erano possibili: allearcisi accettando un ruolo da subordinati o scontrarcisi frontalmente, e Palla, dall'alto della sua ricchezza e fiero della propria cultura, fu a capo della fazione antimedicea assieme a un altro oligarca indomabile, Rinaldo degli Albizi.
La fama letteraria della famiglia è garantita anche dai ferraresi Tito Vespasiano, padre, e Ercole Strozzi, figlio.
Intanto dopo che a Firenze Filippo Strozzi il Vecchio faceva iniziare il grandioso progetto di Palazzo Strozzi a Benedetto da Maiano, il più bel palazzo rinascimentale della città, suo figlio Filippo Strozzi il Giovane, si guadagnava una duratura fama come uno dei politici più influenti della sua epoca.
Suo figlio Filippo Strozzi, che dal padre ereditò anche il nome, fu pure un ricchissimo banchiere, ma fu anche uno dei più importanti uomini politici del suo tempo. Sposò una Medici, ma con la salita al potere del tirannico Duca Alessandro divenne uno dei principali esponenti del partito anti-mediceo. Nel 1537, deciso a riprendere la città dopo l'assassinio di Alessandro e la salita al potere di un nuovo rampollo di casa Medici, magari ancora inesperto, lo portò a radunare un esercito degli esuli fiorentini che marciò sulla città. Il nuovo duca però, quel Cosimo I de' Medici che unificò poi la Toscana sotto la sua corona, si rivelò già allora un condottiero tutt'altro che facile da battere, infatti la sua vittoria fu schiacciante. Filippo venne arrestato e finì i suoi giorni nelle carceri della Fortezza di San Giovanni Battista.
Intanto i discendenti di Filippo si erano rifugiati in Francia, sotto la protezione di Caterina de' Medici: Piero Strozzi divenne Maresciallo di Francia e Leone Strozzi ebbe incarichi e ambascerie in Italia da svolgere. Tornarono entrambi in Italia per difendere Siena dalle mire del nemico di famiglia, Cosimo I. La resistenza nella città assediata fu sin dall'inizio dura, con le truppe dei fiorentini forti dell'aiuto di truppe imperiali. L'11 Giugno 1554 Piero tentò una sortita dalla città con diecimila uomini, dirigendosi verso Pontedera. Sperando di raggiungere Firenze attraverso la Val di Nievole, colse di sorpresa i nemici. Dopo un esito inizialmente favorevole, le truppe di Piero si ritirarono a Pistoia in attesa di aiuti via mare portati da Leone Strozzi. Ma Leone era morto colpito da un archibugio vicino a Castiglione della Pescaia e il mal tempo impedì alle navi di attraccare. Così Piero riuscì solo a rientrare fortunosamente in Siena. Piero tentò un nuova sortita il 2 agosto, ma fu sconfitto a Marciano della Chiana. La guerra di Siena venne persa.
Con il passare delle generazioni gli Strozzi si riappacificarono con i Medici e tornarono a Firenze. Nel Seicento il loro palazzo era uno dei più frequentati con numerosi ricevimenti, e vi si riunì anche l'Accademia della Crusca.
Non meno importante fu il ramo degli Strozzi di Roma, dove vissero una gloriosa stagione soprattutto nel Settecento.
All'inizio dell'Ottocento a Firenze fu restaurato Palazzo Strozzi, ed alla morte del Principe Piero Strozzi, con una disposizione allora nuova per la città di Firenze, venne donato allo Stato. Il passaggio definitivo avvenne solo nel 1937.
Filippo Strozzi il Vecchio (1428–1491), figlio di Matteo Strozzi e di Alessandra Macinghi, fu esiliato da giovane e divenne un banchiere di successo a Napoli. Fu anche condottiero o capo di soldati mercenari e dopo la riconciliazione con i Medici e il ritorno nel 1462, iniziò la costruzione di Palazzo Strozzi, che fu terminata dal figlio Filippo II.
Filippo II (1488–1538) è probabilmente il membro più noto della famiglia. Sebbene sposato con Clarice de' Medici, figlia di Piero di Lorenzo de' Medici e membro lei stessa della famiglia Medici, si oppose con veemenza all'egemonia che i Medici avevano acquisito come governanti non ufficiali della repubblica fiorentina e fu tra i leader di la rivolta del 1527. Il Tondo Doni di Michelangelo fu probabilmente commissionato da Agnolo Doni per commemorare il suo matrimonio con Maddalena Strozzi.
Dopo che la repubblica fu rovesciata nel 1530, Alessandro de' Medici tentò di ottenere l'appoggio di Filippo Strozzi, ma Strozzi rifiutò e si ritirò invece a Venezia. Dopo l'assassinio di Alessandro nel 1537 assunse la guida di un gruppo di esuli repubblicani con l'obiettivo di rientrare in città ma, catturato e successivamente torturato, si suicidò.
Il figlio maggiore di Filippo Strozzi, Piero (1500–1558), sposò Laudomia de' Medici e combatté in Scozia contro gli inglesi e in Francia contro il Sacro Romano Impero e la Spagna, e fu nominato Maresciallo di Francia nel 1554. Prese parte a durante l'assedio francese di Calais (1557), e morì per le ferite riportate nella battaglia di Thionville, in Lorena, nel 1558. Il figlio minore Leone (1515–1554) fu un illustre ammiraglio al servizio della Francia e combatté contro i Medici. Morì per una ferita riportata durante l'assalto a Sarlino nel 1554. Un altro figlio, Lorenzo Strozzi (1513–1571) entrò nella Chiesa, sempre in Francia, e finì cardinale e arcivescovo di Siena dal 1565. Figlio di Piero, Filippo di Piero Strozzi (1541–1582) nacque in esilio in Francia e prestò servizio come paggio reale e poi nell'esercito francese, prima di essere catturato e ucciso dagli spagnoli nella battaglia di Terceira.
Il senatore Carlo Strozzi (1587–1671) costituì un'importante biblioteca e raccolse una preziosa miscellanea nota come Carte Strozziane, di cui la parte più importante si trova oggi presso l'Archivio di Stato di Firenze. Fu autore di una Storietta della città di Firenze dal 1219 al 1292 (inedita) e di una Storia della casa Barberini (Roma, 1640).
Non è chiaro se Bernardo Strozzi (c.1581–1644), un importante e prolifico pittore barocco italiano nato e attivo principalmente a Genova e Venezia, facesse parte di questa famiglia immediata. La compositrice Barbara Strozzi (1619–1677) fu adottata dal poeta Giulio Strozzi, presumibilmente suo padre naturale.
Gli Strozzi acquisirono per matrimonio i titoli di Principi di Forano e Duchi di Bagnolo. Un ramo della famiglia si trasferì a Vienna e vi costruì il Palazzo Strozzi. Il Palazzo Strozzi a Firenze appartenne alla famiglia fino al 1937 quando fu venduto all'Istituto Nazionale delle Assicurazioni (INA). Dal 1999 è divenuto proprietà dello Stato Italiano. Oggi i discendenti degli Strozzi vivono ancora a Firenze, in America e altrove.
La Villa Cusona è la dimora Toscana della famiglia, gestita come vigneto dal principe Girolamo Strozzi e dalla sua famiglia. Il primo ministro britannico Tony Blair e la sua famiglia erano visitatori abituali in vacanza a Villa Cusona. Nel 2013 la villa sarebbe stata sequestrata nell'ambito di un'indagine per frode.