Forziere, Proconsolo della Corporazione dei Giudici e Notai di Firenze, 1350-1420

Forziere, Proconsolo della Corporazione dei Giudici e Notai di Firenze, 1350-1420

Forziere da tavolo, databile tra il 1350 ed il 1420, appartenuto ad un Proconsolo, massima carica rappresentativa la Corporazione delle Arti e dei Mestieri di Firenze e terza figura più importante della città dopo il Gonfaloniere di Giustizia e la Signoria.

Il Cofanetto Forziere, di forma rettangolare e realizzato completamente in legno, bulinato, dorato e dipinto, riporta sul suo coperchio l'emblema il quale conferisce la sua appartenenza alla Corporazione dei Giudici e dei Notai di Firenze (Stella d’Oro ad otto punte in campo azzurro). Ai suoi angoli sono applicate delle sculture, configurate nella forma e negli abiti* dei "paggi", in posizioni atte a sostenerlo: esse dovevano rappresentare metaforicamente i 4 personaggi cui il Proconsolo era obbligato per statuto ad avere al seguito in ogni suo spostamento ufficiale, pena un'ammenda pecuniaria nel caso fosse stato trovato solo, ovvero: due Nunzi addetti alla sua persona ed a portare missive, un Bandieraio addetto a portare il Vessillo dei Giudici e dei Notai, ed infine un Naccherino dedito suonare con le mani un tamburo chiamato "Nacchera".
Le quattro figure inoltre, essendo già il Cofanetto Forziere provvisto nella sua struttura della base ad archetti atta a sostenerlo dal piano d'appoggio, assumevano un significato puramente simbolico il quale poteva essere interpretato come "a sostegno" dell'importanza e del "peso" figurativo dei documenti o denari contenuti al suo interno: infatti, il Proconsolo, era un magistrato che presiedeva l'Arte dei Giudici e Notai nonchè era Capo del Tribunale di Mercatanzia o Mercanzia di tutte le Arti e Mestieri nella medievale Repubblica Fiorentina, e ciò che era contenuto in questo Cofanetto Forziere, doveva avere un notevole rilievo giuridico per tutte quelle situazioni e vicissitudini per cui la sua stessa figura veniva interessata.
Il Cofanetto Forziere altresì è arricchito da sei pitture con archi a sesto ribassato di colore azzurro, sia sulla facciata anteriore che in quella posteriore, le quali ricordano le forme architettoniche delle nicchie murali di alcune Basiliche Fiorentine, (Basilica di S. Maria Novella, Santa Croce etc. etc.) o che richiamano le grandi finestre e portoni presenti nei grandi edifici pubblici e privati della Firenze medievale. È da notare inoltre, sul pannello frontale ed in quello retrostante, la presenza di due incisioni a bulino composte da una Croce sovrastante il Mondo ed affiancata dalle due lettere in carattere gotico "F" e "M" le quali significano (Fraternitas Misericordiae). Pertanto, essendo questo l'insieme più antico utilizzato come emblema dalla Confraternita della Misericordia, la cui fondazione risale al XIII secolo, è verosimile che questo Proconsolo asservisse, con il suo operato, una delle sedi presenti a Firenze e ne fosse anche confratello.
È per quest'ultima motivazione, affascinante e suggestiva ipotesi valutare che questo forziere sia stato ideato e realizzato interpretando i dettami pratici e idealistici considerati nel libro dell'Esodo (25,10-22; 37,1-9) per la costruzione dell'Arca dell'Alleanza atta a custodire le Tavole della Legge che Dio consegnò, secondo la religione cristiana, a Mosè: anch'essa infatti era di forma rettangolare, realizzata in legno completamente rivestito in oro e aveva 2 stanghe le quali avrebbero permesso a 4 persone di "trasportarla".
Le Corporazioni inoltre, si svilupparono a lato delle Confraternite religiose alle quali erano strettamente unite.
Straordinario reperto storico appartenuto ad una delle più alte cariche al servizio della Repubblica Fiorentina nel periodo gotico-rinascimentale.

* I giovani indossavano spesso la *cottardita, un indumento, già diffuso nel Trecento, attillato fino alla vita e terminante in una balza aperta che arrivava appena sotto i fianchi.

Cenni di storia:
Una tra le prime città ad adottare le corporazioni e dove esse ebbero una fondamentale importanza per la vita non solo economica, ma anche politica dei cittadini, fu Firenze. Le Arti di Firenze, iniziarono a costituirsi come corporazioni delle arti e mestieri tra il XII ed il XIII secolo e si dividevano in Arti Maggiori e Arti Minori. Questa divisione fu adottata come modello generalmente in tutti le città della penisola.
Le sette corporazioni che presero il nome di Arti Maggiori, si erano costituite tra la seconda metà del XII secolo e la prima metà del XIII secolo, staccandosi progressivamente dalla corporazione “madre” di Calimala; prima nacque l’Arte del Cambio, poi quella dei Giudici e dei Notai e della Lana, finché ciascuna di esse acquistò una propria specifica fisionomia, fissata dalle norme contenute nei loro statuti, che ne regolavano il funzionamento e gli organi di rappresentanza. Nel 1266 la sede principale delle Arti Maggiori era ancora Calimala e in quell’anno venne deciso che queste associazioni si organizzassero in modo ancora più stabile, ognuna con il proprio gonfalone, sotto il quale radunare all’occorrenza il popolo in armi. Gli iscritti a queste corporazioni si trovarono a gestire e ad amministrare grandi interessi e riuscirono a creare rapporti commerciali e finanziari in molte parti del mondo; il loro primato a livello economico li condusse entro la fine del Duecento alla guida della Repubblica fiorentina, alla cui grandezza e splendore contribuirono significativamente dando il via a tutta quella serie di lavori pubblici che ancora oggi restano a testimoniare la ricchezza e la potenza della città.

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