Placca o Tavoletta in avorio, scolpita in altorilievo con scene religiose, Italia o Francia, XIV secolo

Placca o Tavoletta in avorio, scolpita in altorilievo con scene religiose, Italia o Francia, XIV secolo

Placca o Tavoletta in avorio di forma rettangolare scoltpita in altorilievo, realizzata in Francia o Italia del nord nel periodo gotico considerato nel XIV secolo, la quale in origine era certamente l'elemento centrale di un "Trittico" in quanto, ai suoi lati, si distinguono antichi fori e fessure utilizzati per congiungere due piccole ante tramite delle cerniere, le quali permettevano di aprirlo e chiuderlo.

La composizione scenica è ripartita in 8 edicole, minuziosamente miniaturizzate e scolpite, tratte sia dal Nuovo Testamento nonchè alcune dalla "Legenda Aurea" (Legenda Aurea o Sanctorum) ovvero una raccolta medievale di biografie agiografiche composta in latino da Jacopo da Varazze (Jacobus de Voragine), frate domenicano e vescovo di Genova, compilata a partire circa dall'anno 1260 fino alla sua morte, avvenuta nel 1298.

È fatto insolito trovare, in queste sculture eburnee, un connubio di scene tra Vangeli e Legenda Aurea: altresì molti artisti si ispirarono alla Legenda Aurea per le loro opere. Tra questi vi fu Giotto con la Cappella degli Scrovegni a Padova, dove il ciclo pittorico è sviluppato in tre temi principali: gli episodi della vita di Gioacchino e Anna, gli episodi della vita di Maria e gli episodi della vita e morte di Cristo. In basso a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e delle Virtù. E Piero della Francesca nelle Storie della Vera Croce nella basilica di San Francesco ad Arezzo. La Legenda costituì anche fonte di riferimento per la redazione del Cursor Mundi.
Vediamo infatti, nelle due edicole superiori, le immagini di un Grifo ed un Leone rappresentati nel ben noto significato apotropaico come guardiani del sacrum. All'interno dello spazio vero e proprio, delimitato dalle due colonne a torciglione e l'arco a mezzo sesto, trovano posto le edicole ripartite in otto scene nelle quali, partendo dalla lunetta in alto a sinistra, è raffigurata la Madonna al cospetto dello Spirito Santo.
A destra la figura dell'Arcangelo Gabriele quale ambasciatore di Dio dell'Annunciazione della nascita di Cristo.
A sinistra, il Cristo Tunicato crocefisso, con il calice ai suoi piedi e la figura del Centurione Longhino con in mano una lancia con la quale gli trafigge il costato.
A seguire, nella sesta edicola compare l'adorazione dei Re Magi al cospetto di Gesù in braccio a Maria.
Nella settima edicola, una scena tratta dalle "Legende Auree" è interpretata da un vescovo con il pastorale (o vincastro) in procinto di un severo ammonimento verso due frati i quali, dimostrano fedeltà alla chiesa presentandosi con il cane al guinzaglio e le regole scritte dei tre ordini Francescani.
Proseguendo ancora, un'ulteriore scena tratta dalle "Legende Auree" mostra San Giorgio a cavallo che protegge la principessa Silene uccidendo il drago.
Nella penultima edicola, è presente la figura della madonna della Misericordia con il suo mantello, sotto al quale trova riparo l'intera umanità.
Concludendo con l'ultima edicola, probabilmente lo scultore ha voluto raffigurare le immagini di tre sante, cui era devoto, esse sono: Santa Caterina d'Alessandria (con la ruota della vita) santa Chiara d'Assisi con in mano l'ostia sacra (corpo di cristo) e santa Barbara con in mano il calice e l'ostia, a simboleggiare la sua fede incrollabile nel cristianesimo e la sua volontà di affrontare la morte e il martirio con serenità, rappresentando un accompagnamento spirituale nella morte.

La scultura, ricavata da un pregiatissimo avorio proveniente da "Loxodonta Africana" (elefante africano), è perfettamente scolpita e incisa, e non presenta mancanze o rotture nemmeno nei più piccoli particolari.

La scultura è corredata di documento peritale, nonchè di certificazione CITES anno 2025.

Altezza 145 mm, Larghezza 90 mm, spessore 12 mm.


Referenze:

Goldschmidt, Adolph, and Kurt Weitzmann. Die Byzantinischen Elfenbeinskulpturen des X.-XIII. Jahrhunderts. Vol. 2. Berlin: Bruno Cassirer, 1934. no. 137, pp. 18, 63, pl. XLIX, fig. 137

Victorian & Albert Museum of London - Accession number: 747-1877 (https://collections.vam.ac.uk/item/O106916/the-cru...)

Victorian & Albert Museum of London - Accession number: A.31:1-1996 (https://collections.vam.ac.uk/item/O306792/triptyc...)

Victorian & Albert Museum of London - Accession number: A.25-1949 (https://collections.vam.ac.uk/item/O312866/panel-w...)

Victorian & Albert Museum of London - Accession number: 300-1866

Victorian & Albert Museum of London - Accession number:A.556-1910

Victorian & Albert Museum of London - Accession number: 2818-1856

Victorian & Albert Museum of London - Accession number: 4336-1857

Victorian & Albert Museum of London - Accession number: A.5-1999

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Metropolitan Museum of New York: Object Number: 2003.131.4

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 17.190.43

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 1980.294

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 17.190.44

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 41.190.99

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 1977.421

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 1970.324.7a, b

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 17.190.37

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 17.190.133

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 17.190.253

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 1970.324.6

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 17.190.275

Metropolitan Museum of New York: Object Number: 17.190.276

Dom-Museum Hildesheim: (DS 18)

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