Importante Spada da rappresentanza, databile tra il 1580 ed il 1620, appartenuta ad un alto dignitario o membro di una importante casata nobiliare. La datazione della spada, oltre alla tipologia di lama, è determinabile grazie ad alcuni particolari i quali risentono in modo inconfutabile ancora del "Manierismo", stile direttamente derivato dal Rinascimento e che pone le basi per il successivo stile Barocco. Infatti, l'imitazione dei modelli antichi spesso ispirati dall'arte classica, la figura "serpentinata", ossia un modo di rappresentare il corpo umano contrapponendo le membra in torsioni a vite, che esaltava come non mai l'espediente classico del contrapposto, nonchè il "gigantismo" delle figure rispetto a spazi ristretti, non lascia spazio ad alcun dubbio.
Il pomo, di tipica foggia cinquecentesca, e l'impugnatura sono completamente in ferro forgiato magistralmente scolpito a tutto tondo ad altorilievo, con alcune scene relative le 12 fatiche di Ercole, mentre sulla guardia sono scolpiti alcuni simbolismi nell'ambito di un'esigenza espressiva diretta e comunicativa.
Ognuna di esse, oltre a rispettare il virtuosismo delle figure, riporta dettagli e accorgimenti i quali rendono all'osservatore la grandiosità del manufatto rendendo la spada un' opera unica. A fronte di ciò pertanto è plausibile confidare nella concreta possibilità che il committente volesse figurarsi, attraverso questa spada, come un uomo dalla indole forte, coraggiosa e che probabilmente ricopriva un ruolo autoritario in ambito militare.
Ciò è ben definito da alcune simbologie presenti oltre le scene: la guardia infatti è realizzata raffigurando un "fascio" o "fasces" il quale, a partire dall'antica Roma, simboleggia l'autorità e la giustizia. Agli estremi della guardia vi sono abilmente scolpite due "teste di Arieti" i quali, nel mondo greco e romano, personificavano lo "Ubris" ovvero la forza.
Inoltre sulla guardia sono presenti 2 scudetti, scolpiti in bassorilievo, nei quali si distinguono chiaramente 2 scene del ciclo di Ercole: "l'uccisione del centauro Nesso" il quale tentò di rapire Deianira e la la terza fatica di Ercole ovvero "la cattura della Cerva di Cerinea" una cerva speciale per le sue corna d'oro e molto amata da Artemide, dea della caccia. La scena infatti rappresenta Ercole nel momento in cui lotta con la cerva, dominandola con il ginocchio sinistro e afferrandola con ambo le mani per le corna.
I richiami alla mitologia ed al classicismo antico continuano attraverso l'impugnatura, definita da 2 rondelle a decori tondeggianti, scolpita a tutto tondo in altorilievo in maniera magistrale. La composizione è realizzata da un susseguirsi di 2 scene: la seconda delle dodici fatiche di Ercole, ovvero "l'uccisione dell'Idra di Lerna" e "lotta nel deserto libico tra Ercole ed il gigante Anteo".
L'Idra di Lerna, mostro con nove teste di serpente, è abilmente scolpita e si intuisce immediatamente il movimento di contorsione, aiutati anche dalle spire, eseguite in modo minuzioso, le quali rendono ulteriormente veridicità al movimento e credito alla scena.
In Ercole è distinguibile la tensione muscolare e l'esecuzione ha il suo culmine nella marcata linea di contorno, tesa ed elastica, in cui sembra di cogliere tutto lo sforzo prorompente dello slancio. La resa anatomica è curata e tesa ad evidenziare il moto attraverso posizione e muscoli.
A seguito vi è la rappresentazione della lotta nel deserto libico tra Ercole ed il gigante Anteo, figlio di Poseidone, dio del mare, e di Gea, dea della terra. Anteo era solito sfidare tutti i passanti per ucciderli e collezionarne i teschi, aiutato dall'invincibile forza che gli dava la madre terra al semplice contatto. Per batterlo Ercole fu quindi costretto a sollevarlo, privandolo della sua fonte di forza e riducendolo a un semplice uomo. Nella sapiente esecuzione scenica, è ben resa di questi la disperazione che irrompe nel volto e nelle movenze di Anteo il quale ha, come ultimo baluardo di salvezza, il divincolarsi per cercare di liberarsi dalla presa di Ercole. Straordinaria è la rappresentazione del leonté del leone Nemeo, posta ai piedi di Ercole, la quale riporta minuziosi dettagli possibili esclusivamente ai grandi mastri forgiatori e scultorei del tempo.
Di tipica foggia italiana, sapientemente scolpito anch'esso a tutto tondo, vi è il "pomo" o "pomolo" nel quale viene raffigurato Ercole che sconfigge i centauri: straordinaria è la resa dell'enfasi della scena data da minuziosi dettagli i quali definiscono i tratti e le linee scultore dei soggetti considerati in essa.
La lama è relativamente flessibile, come si conviene alle lame del tardo 500 e riporta 2 marchi su ogni fronte eseguiti con la tecnica della incisione a bulino, entro i quali vi sono ancora tracce dell' oro incastonatovi originariamente per darne risalto. La sfaldatura del metallo, caratteristica fondamentale la quale deve essere necessariamente presente sul ferro forgiato antico, è diffusa su alcune parti della sua superficie.
Durante il 1500 e gli inizi del 1600 furono molti gli esempi di scultura del ferro rivolti all'arte classica con soggetto "Ercole". Su tutti spiccano Le armature dell'Imperatore Massimiliano II d'Austria e del Re Erik XIV di Svezia.
Questa spada rappresenta un capolavoro dell'arte fabbrile e scultorea del ferro forgiato.
Referenze:
Armatura di Ercole dell'Imperatore Massimiliano II d'Austria. Realizzato nel 1555, è ora esposta al Kunsthistorisches Museum di Vienna: https://www.thearchaeologist.org/blog/the-hercules...
Armatura di Ercole del Re Erik XIV di Svezia. Realizzato nel 1562, ora esposta nell'Armeria della Collezione d'Arte Statale di Dresda: https://it.topwar.ru/181354-samye-krasivye-dospehi...
Armatura di Ercole del Re Erik XIV di Svezia. Realizzato nel 1565, ora esposta nella Royal Armoury - Livrustkammarin, un museo al Palazzo Reale di Stoccolma: https://it.topwar.ru/181465-nacionalnye-dospehi-do...
Metropolitan Museum - Accession Number: 29.158.720a, b (https://www.metmuseum.org/art/collection/search/23...)
Metropolitan Museum - Accession Number: 2010.165 (https://www.metmuseum.org/art/collection/search/35367)
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Victorian Albert Museum - Accession number: 5408-1859 (https://collections.vam.ac.uk/item/O322426/sword-hilt-unknown/)
Victorian Albert Museum - Accession number: M.54-1947 (https://collections.vam.ac.uk/item/O78601/sword-components-unknown/)
Victorian Albert Museum - Accession number: M.71-1947 (https://collections.vam.ac.uk/item/O69845/small-sword-ruis-antonio/)
The Cleveland Museum of Art - Gift of Mr. and Mrs. John L. Severance 1916.1894 (https://www.clevelandart.org/art/1916.1894)
The Cleveland Museum of Art - Norman O. Stone and Ella A. Stone Memorial Fund 1968.29 (https://www.clevelandart.org/art/1968.29)
The Cleveland Museum of Art - Gift of Mr. and Mrs. John L. Severance 1916.702 (https://www.clevelandart.org/art/1916.702)
The Cleveland Museum of Art - Gift of Mr. and Mrs. John L. Severance 1916.1093 (https://www.clevelandart.org/art/1916.1093)
The Cleveland Museum of Art - Gift of Mr. and Mrs. John L. Severance 1916.1488 (https://www.clevelandart.org/art/1916.1488)
The Cleveland Museum of Art - Gift of Mr. and Mrs. John L. Severance 1916.1099 (https://www.clevelandart.org/art/1916.1099)
The Cleveland Museum of Art - Gift of Mr. and Mrs. John L. Severance 1916.1100 (https://www.clevelandart.org/art/1916.1100)