Binocolo 6x21 Turexem, Carl Zeiss Jena, Militärische Einsätze, 1914

Binocolo 6x21 Turexem, Carl Zeiss Jena, Militärische Einsätze, 1914

Binocolo 6x21, modello Turexem, prodotto dalla Carl Zeiss Jena nel 1914 circa, con marchi di assegnazione militari. Essendo questo modello un binocolo ad uso civile, è probabile, grazie al suo formato piccolo, al peso molto ridotto, buone prestazioni ottiche nonchè il sopraggiungere della prima guerra mondiale, che un piccolo lotto fosse stato dirotatto per l'impiego militare. Infatti, sulla piastra obiettiva destra, è presente una "Corona" con sottoriportate le lettere "E.I." mentre sulla piastra obiettiva sinistra sono riportate le lettere "M.V.".

A conferma di quanto sopra asserito, vi sono infatti ricorrenti fotografie d'epoca dove si possono apprezzare binocoli civili in uso a militari.

Relativamente il marchio "E.I." (Esercito Italiano) non è insolito trovare la scritta "Esercito Italiano" privo della parola Regio durante il Regno d'Italia (1861-1946). Molti documenti dell'epoca infatti risultavano privi di tale aggettivo in quanto, come in questo caso, o si sottointendeva che si trattasse chiaramente dell'Esercito del Regno d'Italia essendo la Monarchia la forma di governo esistente oppure si provvedeva, come in questo caso, ad inserire la "Corona" al di sopra dell'abbreviazione "E.I." oppure la sua estensione "Esercito Italiano".

Durante la storia d'Italia infatti, è solo dal 4 maggio 1861 al 3 febbraio 1879 che il nome ufficiale del Regio Esercito diventa "Esercito Italiano": nei mesi a ridosso dell'Unità si vollero, non senza accesi dibatti, adottare soluzioni di compromesso su alcune intitolazioni dal grande rilievo simbolico (vedasi infatti "per grazia di Dio e volontà della Nazione" che accompagnava il titolo regale), per non scontentare troppo tutta quella componente della sinistra che aveva molto contribuito alla lotta per l'Indipendenza. Tuttavia nel 1879 fu quella stessa sinistra, su proposta del ministro della Guerra Mazè de la Roche, a volere l'attribuzione dell'aggettivo "Regio" all'esercito, nell'ambito della politica di esaltazione del ruolo della monarchia che contraddistingueva l'azione di Depretis.
Del nome "Esercito Italiano" si trova testimonianza sui congedi del tardo regno di Vittorio Emanuele II e dei primi anni di quello di Umberto I, su questi ultimi spesso con l'aggiunta a penna di "r" davanti.

Altresì, relativamente l'abbreviazione "M.V." posta sulla piastra oculare sinistra, non si è in grado, ancora a tutt'oggi, di correlazione alcuna attribuzione.

Tutti i meccanismi funzionano perfettamente in modo preciso e la visuale è nitida e collimata.


La Carl Zeiss prende il nome dal suo fondatore, Carl Zeiss, che il 17 Novembre 1846 scelse come sede della sua fabbrica di apparecchi ottici di precisione la piccola città di Jena, nella Turingia. Grazie al severo controllo di qualità che Carl Zeiss impose ai suoi prodotti, arrivando personalmente a distruggere i microscopi che non passavano i test, la neonata Zeiss divenne fornitrice ufficiale dell'Università di Jena e ricevette nel 1861 la medaglia d'oro dell'esposizione industriale della Turingia come migliore strumento per la ricerca prodotto in Germania, assegnato al microscopio Stand I del 1857. Nel 1866 venne prodotto il millesimo microscopio e il nome Zeiss divenne conosciuto in tutti i circoli scientifici europei. Grazie agli studi sul prisma di Porro, nel 1893 Abbe brevettò un binocolo a doppio prisma, che accentuava la percezione della profondità.
La produzione in massa di binocoli Zeiss iniziò nel 1894, già agli inizi del Novecento ne furono realizzati più di 30.000, agli inizi della prima guerra mondiale la quota era salita a 500.000 e, alla fine della seconda guerra mondiale, furono prodotti ben 2.260.000 binocoli per il mercato civile e militare. Erano realizzati modelli a partire dal 4x11 mm al 12x40 mm, fino ad arrivare a veri giganti come l'80 mm e il 100 mm. Grazie agli studi condotti sulla percezione della luce in situazioni di scarsa luminosità, venne dimostrato che la dilatazione media della pupilla in un adulto è di circa 7 mm. Per questo motivo fu introdotto nel 1910 il modello 7x50 mm, rimasto sul mercato fino al 1917 con poche modifiche sui materiali utilizzati.
Nel 1926 in seguito alla crisi post bellica della prima guerra mondiale con il trattato di Versailles che mandò in fallimento molte e importanti aziende tedesche la Zeiss acquistò la "C.P. GOERZ" e fondò nel 1926 la Zeiss Ikon. Nel 1937 la Zeiss aveva contatti commerciali e stabilimenti sparsi in più di 29 nazioni nel mondo. Dal '33 la Zeiss acquistò interesse da parte del regime nazista, che bilanciò la produzione verso gli strumenti militari. Produsse con successo binocoli con ottiche grandangolari per uso militare, sistemi ottici resistenti alla pressione per gli U-Boot, binocoli a periscopio per il puntamento dei carri armati. Inoltre macchine fotografiche Zeiss furono montate sulle V2 per operazioni di telerilevamento delle coste inglesi.
Il 1º Novembre 1935 la Zeiss, nella figura di Alexander Smakula, brevettò un procedimento per il trattamento dei vetri ottici dallo straordinario risultato in termini di trasmissione della luce. Rimasto segreto militare fino al 1939 fu adottato sui binocoli per ridurre le immagini fantasma e le riflessioni interne. Durante la seconda guerra mondiale, numerosi furono i bombardamenti contro le fabbriche Zeiss.
Jena venne bombardata diverse volte dagli alleati a partire dal 1944. Stoccarda venne rasa al suolo, anche se la fabbrica della Contessa-Nettel subì pochi danni. Il bombardamento di Dresda, oltre a devastare la città, provocò danni notevoli anche alla sede della Zeiss Ikon.
Il 13 Aprile 1945 le forze militari americane entrarono a Jena, sorprendendosi di come i bombardamenti non avessero provocato danni importanti. Il planetario principale era in rovina, mentre le fabbriche rimasero operative.

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