Bussola Officine Panerai, Incursori Gamma, Xª Flottiglia MAS, circa 1941 (Kampfschwimmer)

Bussola Officine Panerai, Incursori Gamma, Xª Flottiglia MAS, circa 1941 (Kampfschwimmer)

Bussola, prodotta e marcata dalle Officine Panerai di Firenze, a partire dal 1941 circa, in dotazione agli Incursori del "Gruppo Gamma" della Xª Flottiglia Mas.
Questa rarissima bussola, prodotta in un limitatissimo numero di esemplari, fu commissionata alle Officine Panerai Firenze, dal Comando della Xª Flottiglia MAS per poter sopperire alla richiesta da parte degli Incursori del"Gruppo Gamma" di disporre di una bussola la quale, potesse fornire in totale assenza di luce,una precisa lettura della posizione da perseguire, ciò dovuto alle incursioni contro il naviglio nemico, le quali avvenivano per ovvie ragioni durante la notte. Questo fu possibile grazie al quadrante autoluminescente "Radiomir", brevettato dalle Officine Panerai nel 1936, e che ritroviamo su gli orologi destinati anch'essi agli incursori del "Gruppo Gamma".
L'esemplare appartenuto alla MOVM Comandante Luigi Ferraro, che utilizzò per tutte le sue 4 operazioni belliche, fu da lui donato al "Comsubin" del Varignano - La Spezia - e si trova esposto in una teca nella sala storica.
Dei circa 6/7 esemplari conosciuti, solo due risultano essere marcati sul fondello "OFFICINE PANERAI Brevettato", probabilmente riferibili alla prima produzione.

La Officine Panerai venne fondata nel 1860 a Firenze da Giovanni Panerai (1825-1897) che aprì sul Ponte delle Grazie una piccola attività di lavorazioni meccaniche di alta precisione e di orologeria. Negli anni seguenti, con la scomparsa di Giovanni Panerai, il nipote Guido (1873-1934) figlio di Leon Francesco primogenito di Giovanni, prese in mano le redini dell'azienda. Dopo diversi traslochi si trasferì nella sede "storica" per eccellenza in Piazza S. Giovanni di fronte al Battistero, nel palazzo Arcivescovile.
L'orologeria Svizzera diventa concessionaria delle più importanti marche svizzere di orologi, prima fra tutte Rolex con la quale si creò un rapporto esclusivo e privilegiato che aiutò a costruire i primi orologi Panerai. Guido Panerai era un uomo ricco di inventiva, frequentò l'accademia delle belle arti ed era anche un pittore di talento, costituì un'altra attività la "Guido Panerai Officina Meccanica". Ebbe 2 figli: Maria e Giuseppe, con quest'ultimo nel 1925 aprì la Guido Panerai & Figlio con ragione sociale di commercio di utensili di precisione e forniture d'orologeria" Giuseppe era una persona geniale, un uomo appassionato del proprio lavoro, inventò e brevettò le più disparate cose, ma l'invenzione della "svolta" fu quella del Radiomir. Era un procedimento per rendere autoluminosi quadranti di strumenti, congegni di mira e reticoli per cannocchiali.
Il procedimento ottenuto impiegando una miscela di fosforo e materiale radioattivo in pasta, veniva introdotta in alveoli ricavati nel materiale costituente il quadrante dello strumento o il reticolo del cannocchiale, oppure in tubetti di materiale trasparente. Il Radiomir portò l'attenzione della Regia Marina verso questa azienda, celebri i traguardi autoluminosi dei MAS ed i sistemi di puntamento per cannoni. Negli anni seguenti le attività dell'azienda divennero totalmente condizionate dalle necessità della Regia Marina.

Nel 1936 il primo gruppo sommergibili della Regia Marina richiede alle Officine Panerai un orologio da polso in grado di affrontare le immersioni in mare e che offra visibilità in acque profonde e non limpide, nacque l'orologio Radiomir. Vennero approntati ovviamente dei prototipi, con quadrante con indici a barretta e punti con varie tipologie di quadrante incluso quadrante d'ispirazione Rolex california dial, ovvero la metà superiore con numeri romani e la metà inferiore con numeri arabi.
Poi, con il quadrante con cifre arabe ai punti cardinali e indici a barretta, in uno dei primi prototipi con quadrante composito in bachelite, fissato al fondo in ottone tramite 2 rivetti al centro del quadrante stesso.
Nel 1938 iniziarono le prime forniture alla Regia Marina. Il quadrante era a sandwich oppure detto anche modello Parigi (nome del suo inventore) cioè composto da due parti, la parte inferiore era uno "scatolino" che conteneva la miscela al radio (contenuta da un velo di plexi) e la parte superiore con i numeri e gli indici traforati. La cassa è in acciaio a forma di cuscino 47mm, con anse saldate a filo, corona a vite con inciso la corona Rolex.
Il fondello a vite di forgia personalizzata con apertura tramite una chiave speciale sfaccettata di fornitura Rolex. All'interno del fondello i punzoni di Rolex, i numeri seriali e di referenza.
Il vetro è una specie di plexi, chiamato Perspex di circa 4 mm di spessore. Questi orologi sono al polso, durante la seconda guerra mondiale, dei Marinai dei mezzi d'assalto della Xª Flottiglia MAS e del Gruppo Gamma, sono parte dell'equipaggiamento individuale insieme a bussole e profondimetri, erano al polso di Luigi Durand de la Penne ed al suo secondo Emilio Bianchi, una delle 3 coppie di assaltatori della Xª MAS della Regia Marina che a bordo del Maiale (SLC Siluro a Lenta Corsa) nel dicembre del 1941 sferrarono un attacco alla marina britannica nel munito porto di Alessandria d'Egitto affondando le 2 navi ammiraglie della flotta Inglese nel Mediterraneo. Erano al polso della MOVM Luigi Ferraro mentre da solo nella primavera del 1943 affondava 4 navi al largo del porto di Alessandretta (Turchia). Erano al polso di Licio Visentini, altra Medaglia d'Oro della Xª MAS, mentre dal ventre della Nave Olterra usciva con il suo SLC all'attacco del porto di Gibilterra.
Sono stati assegnati anche a soldati di altre nazioni, i Kampfschwimmer tedeschi della Kriegsmarine, che si addestrarono dai Gamma della Xª Flottiglia MAS durante il periodo della RSI in Italia. Questi orologi erano privi di dicitura sul quadrante, anonimi, ma di sicura fabbricazione Panerai.
Tutti i cinturini montati sui Panerai erano in pelle fustellata e di lunghe dimensioni per essere indossati sopra la muta, con una fibbia ad ardiglione opportunamente dimensionata. Oltre agli orologi la Panerai fornisce altri oggetti da polso quali bussole e profondimetri con varie scale per diversi usi, questi oggetti avevano un diametro di circa 70 mm, ora sono molto ricercati dai collezionisti.
Durante il conflitto, le "officine meccaniche G.Panerai & figlio" intensificarono i progetti per la Regia Marina, alcuni commercializzati o meglio venduti alla Marina stessa ed altri rimasti allo stato di prototipo, questo è il caso del cronografo Mare Nostrum. Orologio realizzato in un paio di esemplari destinato agli Ufficiali della Marina, vedrà la commercializzazione solo in un futuro lontano.
Sempre durante il conflitto venne evoluto soprattutto il progetto Radiomir, l'esperienza e l'utilizzo prolungato in ambienti ostili evidenziarono dove intervenire per migliorare: per prima cosa le anse a filo vennero abbandonate in quanto tendevano a dissaldarsi, piegarsi ed anche a strapparsi.
A volte però l'uso prolungato della corona usurava la guarnizione di tenuta della stessa e non garantiva quell'impermeabilità necessaria all'orologio che si allagava, questo inconveniente venne risolto con un brevetto che oggi è il marchio di fabbrica dei Panerai, ossia il ponte proteggi corona: una mezzaluna in acciaio con una leva eccentrica che serra la corona sempre alla stessa posizione. Brevetto semplice ma efficace, il suo disegno rende l'orologio inconfondibile (la tenuta stagna dell'orologio è di 20 atm pari a 200 m). Questo dispositivo verrà brevettato solo nella seconda metà degli anni cinquanta, ma il suo utilizzo era in opera già da oltre un decennio.
Nel dopoguerra la collaborazione tra la Panerai e la neonata Marina Militare Italiana continuò. Vennero richieste nuove forniture da affidare ai propri reparti speciali, oltre a orologi, bussole, profondimetri, torce e coltelli, tra cui il coltello Galeazzi costruito su specifiche del neonato Comsubin.
Tuttavia un elemento distintivo degli orologi Panerai non poteva più essere usato perché considerato nocivo, il Radiomir, venne così studiata una miscela a base di trizio che venne chiamata LUMINOR che sostituì anche la dicitura sui quadranti stessi.

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