Fotocamera militare per riprese aeree realizzata dalla OMI - Nistri - Roma per essere utilizzata a bordo di aerei da ricognizione, bombardieri terrestri, aerosiluranti etc. appartenenti alla Regia Aeronautica Italiana. La struttura è in lega leggera pressofusa (Duralluminium o Dural) di forma tronco piramidale, con una maniglia laterale in legno e cinghia in cuoio per il trasporto. La fotocamera denominata OMI-APR-87A, era utilizzabile con pellicola formato 6,5 x 9 cm, contenuta in un dorso a rullo e otturatore a tendina, con un obbiettivo Aerostigmat 135 mm f3,5 prodotto dalle Officine Galileo Firenze.
La modalità d'uso di questo apparecchio era relativamente semplice, esso veniva tenuto in mano dall'operatore attraverso l'impugnatura in legno, caricava il fotogramma, girando l'apposito pomello posto sulla destra del corpo macchina, regolava l'apertura del diaframma ed inseriva, se necessario, il filtro giallo in presenza di nebbia o nuvole, inquadrava il soggetto attraverso il mirino newtoniano ribaltabile ed infine premeva il pulsante di scatto dell'otturatore.
Questo apparecchio fotografico era utilizzato per la realizzazione di fotografie aeree ovvero per riprese in volo e veniva usato liberamente a mano da un componente l'equipaggio dell'aereo.
È presente la sua cassa in legno nella quale veniva riposta dopo l'uso, il tutto in ottime condizioni.
Qualche notizia storica:
Le esigenze di realizzare fotografie aeree erano, inizialmente di tipo militare e numerose furono gli apparecchi fotografici in dotazione agli avieri americani ed inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Un altro settore in cui si sviluppò la fotogrammetria era quello dei rilievi topografici: nel 1851 il Capitano del Genio francese Laussedat iniziò a studiare il modo per sostituire le prospettive disegnate a mano con le fotografie e nel 1858 realizzò la prima macchina fotogrammetrica composta da una fotocamera abbinata ad un cannocchiale collimatore.
Gli apparecchi fotografici per uso aereo di tipo obliquo, usati a mano libera, nascono dall'adattamento di fotocamere terrestri alle esigenze di volo. Gli apparecchi per aerofogrammetria veri e propri, destinati alle riprese verticali erano installati in posizione fissa sui velivoli. Questi apparecchi spesso mancano di quasi tutti gli elementi che rendono riconoscibile una macchina fotografica in quanto tale (mirino, pulsante di scatto, comando dei tempi) e la forma e le dimensioni, non più soggette all'ergonomia, sono funzionali alle parti interne. Hanno comandi elettrici remoti e spesso possono avere più di un obiettivo.
A partire dai primi del '900 gli eserciti utilizzarono osservatori sugli aerostati per guidare il tiro delle artiglierie. Durante la Prima Guerra Mondiale le ricognizioni aeree erano fondamentali per la tattica degli eserciti e durante la Seconda Guerra Mondiale divenne sistematica e di fondamentale supporto per la pianificazione delle missioni di bombardamento e per la valutazione degli effetti. Tra le due guerre, intanto si sviluppò l'uso delle fotografie aeree per la realizzazione di carte topografiche. Negli anni '20 e '30 la fotografia aerea svolgeva anche compiti celebrativi e di propaganda. Oggi, l'avvento delle immagini da satellite ha reso obsoleto l'uso delle riprese aeree per scopi militari o topografici.
Storia della Omi-Nistri:
La Ditta Omi-Nistri Roma Ottica Meccanica Italiana dei fratelli Nistri con sede a Roma iniziò la propria attività durante la Prima Guerra Mondiale e si specializzò nella costruzione di apparecchi fotografici per l’Aeronautica Militare da utilizzare nella ricognizione aerea (apparecchi planimetrici e prospettici) e nelle scuole di tiro (fotomitragliatrici).
La società anonima Ottico Meccanica Italiana e Rilevamenti Aerofotogrammetrici risulta fondata già nel 1924, ma è soltanto nel 1937-38 che viene costruita la sua sede nella zona di San Paolo per la produzione di strumenti ottici di precisione per l’Aeronautica.
Intorno al 1938 L’OMI è affermata sui mercati internazionali per l’esportazione di materiale aeronautico e negli anni del secondo conflitto mondiale, la società assume un’importanza strategica, vista la produzione principalmente militare. Alla fine della seconda guerra mondiale anche l’OMI come altre industrie italiane produttrici di attrezzature militari si trovò nella condizione di dover forzatamente cambiare il proprio mercato di riferimento.