Fotocamera Militare OMI-Nistri Roma, mod. APR3, Regia Aeronautica Italiana, circa 1940

Fotocamera Militare OMI-Nistri Roma, mod. APR3, Regia Aeronautica Italiana, circa 1940

Fotocamera militare per riprese fotografiche aeree, prodotta dalla OMI Nistri - Roma, per la Regia Aeronautica Italiana nel 1940 circa e realizzata in lega leggera pressofusa (Duralluminium o Dural) di forma tronco-piramidale, con inserite lateralmente due maniglie in legno ed una cinghia in cuoio per il trasporto. Questa fotocamera, denominata mod. OMI-A.P.R.3, ha un formato a lastre a scamotaggio 13x18 cm con un otturatore a tendina che scatta da 1/100 di secondo a 1/500 di secondo e carica rapida tramite una leva posta vicino al pulsante di scatto.

Davanti al porta pellicole è inserita la camera vera e propria sulla quale sono montati un mirino Newtoniano ribaltabile e il dispositivo di scatto. La camera termina con il porta obiettivo coperto da un tappo in metallo dove all'interno è inserito l'obiettivo a fuoco fisso da 250 mm f4,5 prodotto dalle Officine Galileo - Firenze, con un dispositivo di regolazione del diaframma di 4,5 - 6,3 - 9, ed una leva posta lateralmente è utilizzata per inserire un filtro giallo a ribaltamento.

La modalità d'uso di questo apparecchio era relativamente semplice, esso veniva tenuto in mano dall'operatore attraverso le due impugnature in legno, caricava il meccanismo utile a portare il fotogramma della pellicola in posizione, regolava l'apertura del diaframma ed inseriva se necessario, il filtro giallo in presenza di nebbia o nuvole, inquadrava il soggetto attraverso il mirino, ed infine premeva il pulsante di scatto dell'otturatore.

Questo apparecchio fotografico era utilizzato per la realizzazione di fotografie aeree ovvero per riprese in volo e veniva usato liberamente a mano da un componente l'equipaggio dell'aereo, (in alcune foto d'epoca, risulta essere utilizzata da un addetto alla mitragliatrice).
L'apparecchio fotografico è contenuto nella sua cassa originale in legno nella quale, sono presenti inoltre 3 porta lastre a scamotaggio ed una tendina completa del relativo meccanismo di scatto.


Nota particolare: All'interno della cassa in legno, è presente un documento che riporta il nome dell'Aeroporto "Campo della Promessa - Lonate Pozzolo" e "7° Stormo" con alcune cifrature relative la registrazione di scarico del magazzino logistico verso il quale, l'attrezzatura fotografica era stata probabilmente assegnata.
Le condizioni estetiche e di funzionamento di tutto l'insieme sono ottime.
Dimensioni: 36 cm x 43 cm x 23 cm.


Qualche notizia storica:
Le esigenze di realizzare fotografie aeree erano, inizialmente di tipo militare e numerose furono gli apparecchi fotografici in dotazione agli avieri americani ed inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Un altro settore in cui si sviluppò la fotogrammetria era quello dei rilievi topografici: nel 1851 il Capitano del Genio francese Laussedat iniziò a studiare il modo per sostituire le prospettive disegnate a mano con le fotografie e nel 1858 realizzò la prima macchina fotogrammetrica composta da una fotocamera abbinata ad un cannocchiale collimatore.

Gli apparecchi fotografici per uso aereo di tipo obliquo, usati a mano libera, nascono dall'adattamento di fotocamere terrestri alle esigenze di volo. Gli apparecchi per aerofogrammetria veri e propri, destinati alle riprese verticali erano installati in posizione fissa sui velivoli. Questi apparecchi spesso mancano di quasi tutti gli elementi che rendono riconoscibile una macchina fotografica in quanto tale (mirino, pulsante di scatto, comando dei tempi) e la forma e le dimensioni, non più soggette all'ergonomia, sono funzionali alle parti interne. Hanno comandi elettrici remoti e spesso possono avere più di un obiettivo.

A partire dai primi del '900 gli eserciti utilizzarono osservatori sugli aerostati per guidare il tiro delle artiglierie. Durante la Prima Guerra Mondiale le ricognizioni aeree erano fondamentali per la tattica degli eserciti e durante la Seconda Guerra Mondiale divenne sistematica e di fondamentale supporto per la pianificazione delle missioni di bombardamento e per la valutazione degli effetti.

Tra le due guerre, intanto si sviluppò l'uso delle fotografie aeree per la realizzazione di carte topografiche. Negli anni '20 e '30 la fotografia aerea svolgeva anche compiti celebrativi e di propaganda. Oggi, l'avvento delle immagini da satellite ha reso obsoleto l'uso delle riprese aeree per scopi militari o topografici.


Storia della Omi-Nistri:
La Ditta Omi-Nistri Roma Ottica Meccanica Italiana dei fratelli Nistri con sede a Roma iniziò la propria attività durante la Prima Guerra Mondiale e si specializzò nella costruzione di apparecchi fotografici per l’Aeronautica Militare da utilizzare nella ricognizione aerea (apparecchi planimetrici e prospettici) e nelle scuole di tiro (fotomitragliatrici).
La società anonima Ottico Meccanica Italiana e Rilevamenti Aerofotogrammetrici risulta fondata già nel 1924, ma è soltanto nel 1937-38 che viene costruita la sua sede nella zona di San Paolo per la produzione di strumenti ottici di precisione per l’Aeronautica.
Intorno al 1938 L’OMI è affermata sui mercati internazionali per l’esportazione di materiale aeronautico e negli anni del secondo conflitto mondiale, la società assume un’importanza strategica, vista la produzione principalmente militare. Alla fine della seconda guerra mondiale anche l’OMI come altre industrie italiane produttrici di attrezzature militari si trovò nella condizione di dover forzatamente cambiare il proprio mercato di riferimento.

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