Radio Rice-trasmettitore R.M.5 Allocchio Bacchini, Regia Torpediniera Aliseo, circa 1943

Radio Rice-trasmettitore R.M.5 Allocchio Bacchini, Regia Torpediniera Aliseo, circa 1943

Radio Rice-Trasmettitore R.M.5, prodotta da Allocchio Bacchini nel 1943 per la Regia Marina, e installata sulla leggendaria Regia Nave Torpediniera Aliseo con la quale, il Comandante Asso di Marina Carlo Fecia di Cossato, compì importanti missioni le quali contribuirono a renderlo uno degli Ufficiali più importanti della Regia Marina e della storia d'Italia.
È da considerare che, con molta probabilità, proprio da questa radio furono trasmessi 2 importanti e significativi ordini:
«Se venisse confermato l'ordine di consegna, dovunque vi troviate lanciate tutti i vostri siluri e sparate tutti i colpi che avete a bordo contro le navi che vi stanno attorno, per rammentare agli angloamericani che gli impegni vanno rispettati; se alla fine starete ancora a galla, autoaffondatevi.»
La nave infatti, con base a Taranto, operò anche durante la cobelligeranza in missioni di scorta, restando al comando di Fecia di Cossato e, quando nella primavera del 1943 si diffuse la notizia che, nonostante la cobelligeranza, le navi italiane sarebbero state comunque cedute alle potenze vincitrici, Fecia di Cossato emanò l'ordine di non accettare la consegna.
A seguito ci ciò, nel Giugno 1944, quando il nuovo governo presieduto da Ivano e Bonomi, si insediò rifiutandosi di giurare fedeltà al Re, gli alti comandi della Marina si adeguarono alla scelta ministeriale ma, il 22 Giugno, Carlo Fecia di Cossato, di fronte alla richiesta dell'ammiraglio Nomis di Pollone di riconoscere con giuramento di fedeltà il nuovo Governo del Sud ed uscire in pattugliamento, si rifiutò, dicendo di non riconoscere come legittimo un governo che non aveva prestato giuramento al Re e che pertanto non avrebbe eseguito gli ordini che venivano da quel governo:
«No, signor ammiraglio, il nostro dovere è un altro. Io non riconosco come legittimo un governo che non ha prestato giuramento al Re. Pertanto non eseguirò gli ordini che mi vengono da questo governo. L'ordine è di uscire in mare domattina al comando della torpediniera "Aliseo". Ebbene l'Aliseo" non uscirà.»
Questa radio accompagnò la vita bellica della Torpediniera Aliseo sin dal Febbraio del 1943 in quanto è presente un documento, alloggiato in un apposita cornice di raccolta, emesso dall' "Ufficio Tecnico, Assegnazione e Collaudo" della S.A. NAVALMECCANICA - Stabilimenti Navali e Meccanici Napoletani (Stabilimento incaricato della realizzazione della Nave), nel quale sono raccolte importanti informazioni fondamentali all'individuazione della Torpediniera Aliseo. Inoltre la radio è accompagnata dal "Blocco dei Moduli di Trasmissione Radiotelegrafonico" con su scritto nell'intestazione il nome della R.N. Torpediniera Aliseo.
La radio è costituita da un Trasmettitore per trasmissione variabile in continuità da 1360 a 3330 Khz (emissione in RT Onde modulate e Radiofonia con potenza di 40 Watt) ed un Ricevitore con ricezione variabile in continuità da 1360 a 3330 Khz. Il peso complessivo dei 2 moduli è di circa 11 Kg.


La Regia Nave Torpediniera "ALISEO" fu una moderna unità della classe Ciclone, concepita appositamente per la scorta dei convogli lungo le insidiate rotte per il Nordafrica, la torpediniera entrò in servizio a fine Febbraio 1943, durante la fase conclusiva della guerra dei convogli per la Tunisia. L’Aliseo fu tra l'altro la prima Torpediniera ad essere dotata di un radar di produzione tedesca, il «Fu.Mo. 31/42». Il primo Comandante della nave fu, dal Febbraio all'Aprile 1943, il Capitano di corvetta Umberto Manacorda, sostituito il 17 Aprile 1943 dal Capitano di fregata Carlo Fecia di Cossato, già asso dei Sommergibili Atlantici.
Il 22 Luglio 1943 l’Aliseo lasciò Pozzuoli per scortare a Civitavecchia, insieme alla torpediniera tedesca TA 11 ed a due cacciasommergibili, i piroscafi Adernò e Colleville. Nella mattinata del 23 Luglio il convoglio fu attaccato da aerei: uno dei velivoli nemici venne abbattuto ed uno della scorta italo-tedesca danneggiato e costretto all'ammaraggio, mentre l’Aliseo ebbe danni al ponte di coperta, un grave incendio in prossimità delle bombe di profondità e al timone a causa del mitragliamento. Fecia di Cossato decise di far proseguire il convoglio mentre con la propria nave rimorchiava verso la riva l'aereo ammarato e provvedeva alle riparazioni dei danni al timone; l’Aliseo si ricongiunse alle altre navi alle 17.30. Verso le 19.30, tuttavia, l’Adernò fu silurato dal sommergibile britannico Torbay e s'inabissò nel giro di alcuni minuti: l’Aliseo, dopo aver calato una motolancia per ripescare i naufraghi, effettuò per diverse ore infruttuosa caccia antisommergibile.
Il giorno della proclamazione dell'armistizio l’Aliseo era nella base di La Spezia: nel corso della giornata dell'8 settembre l'unità ed una nave gemella, l'Ardito, salparono dal porto ligure. Sull’Aliseo si erano imbarcati anche il comandante delle siluranti, ammiraglio Amedeo Nomis di Pollone, e l'ammiraglio Aimone di Savoia-Aosta. Le due unità si diressero a Bastia, dove giunsero in serata apprendendo la Proclamazione dell'armistizio. Il 9 Settembre, mentre le truppe tedesche procedevano all'occupazione del porto corso, la nave riuscì ad uscirne, mentre l’Ardito rimase bloccato all'interno del porto e fu pesantemente danneggiato dal tiro delle batterie costiere, cadute in mano alla Wehrmacht, e di numerose unità tedesche. Fecia di Cossato, vedendo l'altra torpediniera in difficoltà, invertì la rotta ed affrontò undici imbarcazioni tedesche: i cacciasommergibili UJ 2203 ed UJ 2219, di scorta alle motozattere armate F 366, F 387, F 459, F 612 ed F 623, la motobarca della Luftwaffe FL B. 412 ed i piroscafi armati Humanitas e Sassari, italiani ma catturati dai tedeschi. La nave nell'azione era supportata anche da alcune batterie che erano state riconquistate dagli artiglieri italiani e dall'intervento, nella fase finale del combattimento, della corvetta Cormorano.

L’Aliseo riuscì ad affondare sia i cacciasommergibili che le motozattere, mettendo inoltre fuori uso l’Humanitas ed il Sassari. Più precisamente l’Aliseo, ricevuto dal comandante del porto, dopo che questo era stato in buona parte riconquistato, l'ordine di attaccare e distruggere la flottiglia tedesca, aprì il fuoco alle 7.06 da circa 8300 metri, in risposta alle navi tedesche, che, UJ 2203 in testa, avevano già iniziato a sparare. Alle 7.30 l’Aliseo fu centrata da un proiettile da 88 mm in sala macchine restando temporaneamente immobilizzata, quindi, riparato il danno, diresse il tiro contro l’UJ 2203, che, devastato, saltò in aria alle 8.20; dieci minuti più tardi l’UJ 2219 ebbe analoga sorte e quindi furono affondate tre delle motozattere, mentre le rimanenti due motozattere furono mandate ad incagliarsi ed il battello della Luftwaffe venne affondato con il concorso della Cormorano, che frattanto era sopraggiunta. La vittoria riportata a Bastia fu tra le motivazioni del conferimento della Medaglia d'oro al valor militare a Fecia di Cossato.
Dopo il combattimento l’Aliseo, recuperati 25 naufraghi tedeschi, diresse insieme alla malridotta Ardito per Portoferraio (dove erano confluite numerose torpediniere, corvette ed unità minori ed ausiliarie provenienti dai porti del Tirreno), ove arrivò alle 17.58 del 9 settembre, sbarcando gli ammiragli Nomis di Pollone e Savoia-Aosta ed i naufraghi tedeschi. Nel mattino dell'11 settembre la nave lasciò Portoferraio insieme ad altre sei torpediniere (tra cui le gemelle Indomito, Animoso, Ardimentoso e Fortunale) e diresse per Palermo, porto controllato dagli Alleati, dove il gruppo arrivò alle dieci del mattino del 12 Settembre. Le navi rimasero in rada dal 12 al 18 Settembre, giorno in cui entrarono in porto e ricevettero acqua e provviste da parte degli statunitensi. Il 20 Settembre 1943 la nave lasciò il porto siciliano insieme a svariate altre unità e si portò a Malta, dove consegnò parte dei viveri ricevuti alle altre navi italiane già giunte nell'isola. Il 5 Ottobre l’Aliseo, le sue gemelle ed altre tre torpediniere lasciarono Malta e rientrarono in Italia.
La nave, con base a Taranto, operò anche durante la cobelligeranza (1943-1945) in missioni di scorta, restando al comando di Fecia di Cossato sino al Giugno 1944, quando l'ufficiale fu dapprima sbarcato e posto agli arresti (in seguito al rifiuto di prestare giuramento al nuovo governo Bonomi) e quindi, liberato in seguito a tumulti scoppiati a bordo dell’Aliseo, fu messo in congedo (durante il quale si suicidò per denunciare la grave crisi dei valori nei quali aveva sempre creduto).


Comandanti
Capitano di corvetta Umberto Manacorda (nato a Roma il 26 Ottobre 1913) (Febbraio - 16 Aprile 1943)
Capitano di fregata Carlo Fecia di Cossato (nato a Roma il 25 Settembre 1908) (17 Aprile - settembre 1943)
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