Completo Farina e Pinze Malfatti, da Ardito "Compagnia della Morte", circa 1916

Completo Farina e Pinze Malfatti, da Ardito "Compagnia della Morte", circa 1916

Completo composto da Elmetto e Corazza Mod. Ing. Farina e Pinze Tagliafili brevetto "Malfatti" in dotazione ad un Ardito della "Compagnia della Morte" o "Compagnia Baseggio" (dal nome del Comandante, Capitano Cristoforo Baseggio) durante la prima guerra mondiale. Questa compagnia era composta da volontari esploratori della 15^ Divisione. Era formata da militari provenienti da tutte le armi (Artiglieria, Fanteria, Alpini, etc. etc.) che avevano il compito di effettuare ricognizioni ad ampio raggio e incursioni negli sbarramenti di filo spinato posti davanti alle postazioni nemiche austriache. Questo completo così composto fu utilizzato anche da pattuglie speciali di Fanteria o del Genio, adibite al taglio o al brillamento dei reticolati nemici su tutto il fronte.
La corazza realizzata in taglia unica, dal peso di 9,250 Kg è costituita da un piastrone principale "pettorale" di cm 30 x 40 cm costruito in 5 fogli di acciaio al nichel-cromo incurvati verso i fianchi, dello spessore totale di mm 6, uniti tra loro tramite 23 rivetti e da 2 paraspalle, composti da 4 fogli, anch'essi rigorosamente in acciaio al nichel-cromo uniti da 10 rivetti. Sono presenti 2 linguette metalliche ad articolare i para-spalle.
Fissate al bordo esterno sono presenti 2 cinghie con fibbia scorrevole le quali venivano incrociate sulla schiena ed allacciate sul davanti. Due bracciali fissati all'interno, permettevano di impugnare la corazza come uno scudo. La ditta Farina dichiarava la corazza resistente alla perforazione da parte del proiettile cal. 6,5 mm del mod. 91, esploso da non meno di 125 metri.
L'elmo di tipo "alto" o "pesante", ha un peso di 2,650 kg (il peso originale doveva essere compreso tra 2,650 Kg e 2,850 Kg a seconda della Taglia I, II o III) ed è composto da una falda frontale di 7,5 mm di spessore composta da quattro strati d’acciaio sovrapposti e tenuti insieme da 5 ribattini + 9 (a fissare la calotta e la falda frontale) con una altezza di 12 cm e la falda posteriore, anch’essa in lamiera, di 4 cm di altezza.
Ai lati, in prossimità delle orecchie, vi erano due ribattini che tenevano i riporti laterali e il soggolo in cuoio con fibbia in metallo. All'interno è presente il timbro ad inchiostro impresso sulla calotta relativo il marchio del produttore, Ing. Ferruccio Farina - Laboratorio di via Ruffini 10 a Milano. È riportato inoltre l'informazione relativa la taglia, ad oggi, non chiaramente visibile ma deducibile, visto il peso, alla taglia I. L'elmo era "garantito" resistente al proiettile da 6,5 mm del fucile italiano mod. 91, sparato da almeno 125 metri.
Le Pinze tagliafili o taglia reticolati sono il Modello "BREVETTO MALFATTI" impiegato appunto dalle "Compagnie della Morte" a partire dal 1916. Il filo veniva agganciato e poi reciso esercitando sul manico una trazione all'indietro. Nella parte superiore e' presente un aggancio per l'inserimento della baionetta Mod. 91 per gli assalti "corpo a corpo".
La pinza è il I° Modello ed è montata su lungo manico di legno sul quale sono ancora ribattuti 6 chiodini i quali erano atti a fissare 2 "panni" in cordura o juta per facilitare la presa (tipo antiscivolo nel momento dello strappo per recidere il reticolato).
Queste pinze furono ideate per essere facilmente utilizzate e permettere al soldato di non esporsi eccessivamente e poter tagliare, fili di ferro spinato, tondi, quadri e corda a treccia dei più grossi reticolati, in condizioni di luce e di visibilità sfavorevoli.
Essa serve inoltre da alpenstock; ed è mezzo protettore per il taglio di fili a corrente elettrica, e costituisce nel suo insieme un'ottima arma di difesa, specialmente per il soldato munito di bombe a mano e sprovvisto di fucile.
Le sue lame sono facilmente intercambiabili, nell'eventualità che si rendessero inservibili.


Dal Manuale originale "Tagliafili perfezionati Malfatti-Brevetto del 1912 - breve istruzione teorico - pratica da impartirsi ai Soldati" tratto dal libro "Le pinze tagliareticolati della Grande Guerra" di Simone Marzinotto, riporto quanto segue:


"La pinza tagliafili brevetto Malfatti, poteva recidere i reticolati ad una certa distanza, cosa che avveniva tirando il lungo manico della pinza.
Malfatti ideò più modelli a seconda del tipo di reticolato ed alla distanza utile di taglio.
1. LANCIA TAGLIA-FILI a manico lungo
2. TAGLIA-FILI a manico corto da innestarsi sul fucile e sulla lancia di Cavalleria
La Lancia Taglia-Fili è montata su lungo manico di legno verniciato ad olio, ed uno speciale dispositivo vi permette l'innesto dello sciabola-baionetta.
Con esso si recidono facilmente e con speditezza, da vicino ed a distanza, anche senza scoprirsi, fili di ferro spinati, tondi, quadri e corda a treccia dei più grossi reticolati, in condizioni di luce e di visibilità più sfavorevoli.
Essa serve inoltre da alpenstok; è mezzo protettore per il taglio di fili a corrente elettrica, e costituisce nel suo insieme un'ottima arma di difesa, specialmente per il soldato munito di bombe a mano e sprovvisto di fucile.
Le sue lame sono facilmente intercambiabili nell'eventualità che si rendessero inservibili.
Al Cavaliere permette di recidere speditamente ogni sorta di fili di ferro ostacolanti la marcia degli Squadroni attraverso la campagna, nonchè il taglio dei fili telefonici e telegrafici senza dover mai scendere da cavallo.


Modo di Adoperare i Taglia-Fili "MALFATTI":
1° Appoggiato il bastone dell'apparecchio sul filo da tagliare, sia dalla posizione "a terra" o "in piedi" tirarla leggermente a sè sino a che il filo stesso, entrando tra le lame, oppone una prima resistenza;
2° Senza perdere il contatto col filo, dare un solo e vigoroso strappo a lunga tratta all'indietro, fino a recisione avvenuta
(in caso di non compiuta recisione, ripetere il movimento con maggior vigorio avendo cura di far prima riprendere all'apparecchio, mediante una leggera ceduta, la sua posizione normale di primo tempo."
Insieme di importantissima rilevanza storica.

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